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La strada risale all'epoca romana. Da pochi anni l'autostrada A26, detta anche autostrada dei Trafori, ha riscoperto lo stesso territorio nel tratto dal casello di Arona a Feriolo. L'Alto Vergante è tornato, con qualche ferita in più', ad ospitare la via più importante che collega la pianura Padana alle valli ed ai passi alpini dell'Ossola. Nel 1800, quando Napoleone ha voluto la strada del Sempione a livello del lago Maggiore, il traffico mercantile ha gradatamente abbandonato il percorso tradizionale. Piano piano la zona è stata lasciata anche dai suoi abitanti che vivevano coltivando i boschi di castagni ed i tiepidi pendii ricoperti di vigneti e ulivi. I paesi, ora, contano pochi residenti e le case sono spesso utilizzate solo come residenza estiva o abbandonate. La mappa che segue indica l'area del Vergante, l'itinerario ed i centri interessati. (cartografia di base Swisstopo)
Elementi determinanti per individuare l'itinerario romano sono stati i ritrovamenti archeologici. Una indagine topografica e geologica sul campo e sulle cartografie storiche ha indicato dove la strada, rimasta in uso attraverso varie epoche, avrebbe potuto attraversare le asperità ed i corsi d'acqua prescindendo dalla tecnologia moderna. La presenza di elementi votivi come cappellette, chiese romaniche, hanno spesso confermato le iniziali supposizioni svelando luoghi misteriosi dove il tempo sembra essersi fermato. L'attuale strada carrozzabile del Vergante, come vedremo, ricalca il tracciato originale per un buon 70%. Negli anni sono stati costruiti ponti più lunghi per attraversare più agevolmente valli e torrenti, tornanti per diminuire le pendenze nelle salite. Sono rimasti, di conseguenza, molti tratti abbandonati che conservano la sezione e le pendenze della strada antica, larga poco più di due metri e adatta anche al traffico pesante che avveniva su carri trainati da buoi. Interessante, a riguardo, il percorso da Brovello a Carpugnino in cui si può ancora attraversare un ponte in pietra ad arco ricostruito più volte in una valletta selvaggia. Qui la strada, che conserva anche qualche paracarro, è sorretta da muri di sostegno in pietra, ha pendenza fino al 30% ed è ancora parzialmente selciata. |
Di seguito la descrizione dell'itinerario completo:
Rosalba Franchi e Dario Monti 2014 - 2015
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