Da Invorio a
Massino Visconti
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IN WORK
Invorio
inferiore e superiore
Per
la sua particolare posizione geografica e per la sua funzione di
quadrivio Invorio può essere considerata da meridione la porta
d'accesso per il Vergante. Da qui, infatti, si diramano le strade
verso le colline del Vergante, Briga/Gozzano, Borgomanero e
Paruzzaro/Arona.
Reperti
archeologici di diverse epoche attestano insediamenti antichissimi in
questo territorio che, in età medioevale, fu sotto il dominio dei
conti di Biandrate prima e successivamente dei Visconti.
Il
castello di Invorio inferiore rivestiva una grande importanza
strategica poiché controllava rilevanti vie di transito. Come
successe ad altre fortificazioni del Vergante, nel 1358 il castello
fu distrutto da Galeazzo II affinché non cadesse nelle mani del
Marchese del Monferrato.
Del
castello di Invorio superiore che sorgeva arroccato in cima al paese
non si hanno più notizie dopo il 1413, anno in cui, con la fine del
dominio dei conti di Biandrate, passò ai Visconti. Di esso non
rimangono manufatti mentre del castello di Invorio superiore restano
alcuni elementi dell'originaria fortificazione. La torre alta sedici
metri è anteriore al XIII secolo; in origine era di tre piani e vi
si accedeva dall'esterno attraverso una scala removibile. La porta
d'ingresso è sormontata dal simbolo visconteo del biscione. Da
lontano la torre, oggi difficilmente visibile perché circondata da
abeti, doveva essere ben visibile a chi percorreva la strada
sottostante che, presumibilmente seguiva il perimetro delle mura e
del fossato.
La
via che dalla porta del castello scende verso il centro del paese è
caratterizzata dalla presenza di affreschi murali: di particolare
interesse la raffigurazione forse cinquecentesca di una Madonna con
bambino affiancata da San Rocco, San Sebastiano ed un monaco.
La
Madonna con Bambino compare anche raffigurata nella vicina chiesa di
santa Marta già esistente nel Quattrocento. Sulla sua facciata,
preceduta da un protiro, e sul fianco destro sono raffigurate due
meridiane ed un raro esempio di orologio lunare. Di particolare
foggia il campanile barocco di gusto spagnolo.
La
chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo sorge in
posizione elevata al margine meridionali del paese: è circondata da
un ampio sagrato completato dalle cappelle della Via Crucis
affrescate nel Settecento. Anche se ampliata e completamente
modificata nei secoli successivi essa potrebbe trattarsi dell'antica
ecclesia
S.Petri in monte Ivorio
citata nel 1184.
La
bianca chiesa di Santa Maria del Castello domina dall'alto l'abitato
della frazione di Invorio superiore. La chiesa fu eretta in posizione
elevata nel XIV- XV secolo dopo la demolizione del castello
visconteo. A fine Cinquecento la chiesa risultava dedicata a santa
Elisabetta ma, in seguito, mutò la dedicazione alla Madonna della
Cintura, culto che avevano introdotto i monaci del vicino Eremo di
San Salvatore. All'edificio primitivo,costruito in parte addossato al
torrione, furono aggiunte, nell'Ottocento, le abitazione per i monaci
custodi del santuario in cui è conservato un quadro che riproduce
l'originaria statua lignea della venerata Madonna della cintura.
La
posizione panoramica del colle permette di comprendere l'importanza
strategica del primitivo castello posto in diretto collegamento con
le altre fortificazioni e torri di segnalazione del Vergante.
La
via che scende al paese è fiancheggiata dalle cappelle della Via
Crucis (solo in parte conservate).
La
statua lignea della Madonna della Cintura è conservata nella
parrocchiale di San Giacomo, citata nel XIII secolo ma ricostruita
completamente nel Seicento e nel secolo scorso. Nella cappella di San
Giuseppe è custodito un affresco mariano forse Quattrocentesco.
Pisano-
Corciago- Nebbiuno
Nelle
strette vie di Pisano sopravvivono case ed elementi architettonici
del XII-XV secolo. Agli incroci dei vicoli sono presenti immagini
sacre dipinte sulle case come quella che rappresenta la processione
di San Carlo.
A
metà tra i due nuclei medioevali che costituiscono il paese si apre
la piazza centrale su cui sorge il Municipio e la chiesa dedicata ai
Santi Eusebio e Maccabei. La costruzione attuale, rimaneggiata
pesantemente nel corso degli anni, è preceduta da un pronao
seicentesco; sulla facciata è presente un affresco che raffigura le
tre virtù teologali.
In
anni recenti, nel corso dei lavori di restauro, sono stati riportati
alla luce alcuni frammenti degli affreschi originari del XV- XVI
secolo e, nell'abside, la figura di Sant'Eusebio.
In
località Corciago, frazione del Comune di Nebbiuno, sorge l'oratorio
campestre dedicato alla Madonna della Neve. La chiesa, meta di
devozionale degli abitanti dei paesi circostanti, è seicentesca e
conserva un'effigie del '500 che raffigura la Madonna in trono con
Bambino.
L'oratorio
è ubicato in un pianoro attualmente occupato da coltivazioni di
fiori e serre; in passato si trattava di una zona paludosa al cui
limitare correva la strada che conduce a Nebbiuno. Il percorso
attuale, trovandosi in posizione leggermente elevata, permette di
raggiungere il paese godendo di un ampio panorama sul lago e sulla
campagna circostante, paesaggio profondamente modificato dalla
costruzione dell'autostrada dei Trafori.
In
località Marè, dove la strada passa sotto l'arcone di una cascina,
alla via si congiunge il sentiero che scende a Meina permettendo di
raggiungere il lago.
Il
territorio adiacente al cimitero di Nebbiuno ed oggi occupato dalle
serre ha restituito reperti archeologici che attestano l'esistenza in
questo sito di due necropoli romane; una terza di età gallo-romana è
stata rinvenuta oltre il solco del torrente Strolo-Colorio.
La
parrocchiale di San Giorgio sorge in posizione elevata rispetto alle
case del paese e denota l'esistenza di un preesistente castello in
cui presumibilmente era inglobata una cappella. La chiesa ed il
campanile attuali sono settecenteschi ma la prima citazione
dell'edificio è del 1380. Anche la dedicazione a San Giorgio,
raffigurato nella lunetta del portale, e la funzione di matrice per i
paesi vicini, farebbero supporre un'origine più antica della chiesa.
Ai lati del sagrato si apre il panorama
sulla
sponda lombarda del Verbano e sulle colline coltivate a vigna.
Immediatamente al di sotto della collina su cui sorge la chiesa, il
“Duno” degli antichi abitanti gallici, scorre incassato il
torrente Strolo-Colorio lungo il quale funzionzvano, fino al secolo
scorso, mulini, magli ed industrie. Poco più a monte, a cavallo del
corso d'acqua, a testimoniare il passato industriale del comune,
resta ancora il vasto manufatto ormai dismesso della Cartiera Donati.
Le
case più antiche del paese sorgono lungo il Vicolo Vecchio laddove
esisteva l'originario guado.
La
strada proseguiva in direzione di Campiglia, un piccolo nucleo di
case in cui è stata inglobata una torre di segnalazione in seguito
ribassata. All'interno dell'agglomerato, oggi divenuto una tenuta
agricola che produce vino e frutta, è racchiusa anche una cappella
privata.
In
mezzo alle coltivazioni ed ai vigneti, in posizione isolata, sorge
una torretta di avvistamento per la caccia (oggi trasformata in
abitazione privata) che, secondo alcuni, avrebbe visto il passaggio
della regina Margherita.
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