Thomas Platter ai Bagni di Briga

Nel racconto della sua vita Thomas Platter scrive di essere tornato nel Vallese, sua terra d'origine, dopo il matrimonio.

Da Zurigo i due coniugi avevano raggiunto Lucerna e Sarnen nel cantone Unterwalden. Da Sarnen, passando per la valle dell'Hasli, si erano incamminati verso il Passo del Grimsel.
Era prima del giorno di San Gallo (16 ottobre) e dopo quello di san Leodegario (2 ottobre) del 1529. Per mia moglie la strada cominciava a farsi faticosa, e come provviste avevamo solo del pane duro. Incontrammo alcuni uomini che intendevano passare la montagna l'indomani. Mi chiesero stupiti: Non crederai forse di portare tua moglie oltre la montagna?
Mia moglie non si sentì certo comoda quando le toccò dormire sulla paglia, cosa che non le era mai successa. L'indomani, con l'aiuto di Dio, passammo la montagna; faceva così freddo che a mia moglie gelarono i vestiti addosso.”


Alto Vallese
L'Alto Vallese nel 1500 con il corso del Rodano. in alto il passo del Grimsel ed il Furka, In basso Briga con le terme e Visp

Arrivarono a Munster, nel Goms, a quattro miglia da Visp, il luogo a cui erano diretti. Quando si seppe che provenivano da Zurigo non furono accolti benevolmente; fortunatamente, scrive Platter, avevano ancora viveri sufficienti per un giorno e un grosso pfenning con cui la moglie Anna acquistò della canapa da filare.

Il giorno successivo giunsero ai Bagni di Briga, frequentati all'epoca per una sorgente termale di acqua calda con ottime qualità terapeutiche. Ai Bagni i Platter incontrarono una ragazza e l'oste, il ciroico dei bagni, provenienti da Zurigo. La compaesana della moglie rincuorò Anna rassicurandola sulla bontà ed ospitalità degli abitanti del Vallese.
Dai Bagni di Briga salirono a Burchen, dalla sorella di Thomas, e quindi raggiunsero Visp dove si stabilirono per un breve periodo.

Qualche anno dopo, quando la famiglia si era trasferita a Basilea, Thomas ritornò ai Bagni di Briga. Con un amico partì da Basilea alla volta del Vallese: “Raggiungemmo dapprima Sciaffusa, Costanza e poi Lindau. Da qui, per San Gallo, il Toggensburg, Rapperswilnil, Zug e Schwitz, arrivammo al Canton Uri. Ovunque, come sapevano che eravamo di Basilea, ci accoglievano con onore. Proseguimmo poi per la valle di Ursener fino a Realp.
L'amico era spaventato a morte dall'idea di dover salire la montagna verso il Passo Furka che avrebbe permesso loro di raggiungere il Vallese. “Aveva talmente perso il coraggio che la moglie dell'oste disse: Se tutti i basileesi sono così paurosi non faranno mai guerra ai vallesani. Io non sono che una povera donna, ma domani, col mio bambino per mano, passerò dall'altra parte”.

passo

Per affrontare l'ascesa, il giorno successivo, i due cercarono una guida, un robusto montanaro che li precedeva nella neve con una pertica sulle spalle. Quando, all'improvviso, lo videro cadere, l'amico, terrorizzato costrinse Thomas ad abbandonare l'impresa e ritornare ad Uri. Dopo un'avventurosa traversata del lago di Lucerna, i due decisero di separarsi: insieme passarono il Cantone di Unterwalden e raggiunsero il Passo di Brunig quindi l'amico, spaventato dalle difficoltà del viaggio, ritornò a Basilea mentre Platter arrivò al passo Grimsel per raggiungere il Vallese.
A Visp incontrò un noto capitano che ben conosceva come insegnante di latino all'Accademia di Basilea. Si trovava lì perché voleva fare una cura contro la gotta alle acque di Briga e lo invitò a “passare le acque” con lui a sue spese.
“L'accompagnai. I bagni di Briga sono a meno di mezzo miglio da Visp. La cura gli fece bene. In diversi l'aiutavano a mettersi nella vasca; si bagnava per due ore, poi usciva senza stampelle.
Arrivò ai bagni anche il capitano della guardia del duca di Milano, che aveva già speso in medicine per la sua sciatica 900 ducati, ma non erano servite a niente. Fece la cura e in tre giorni la sciatica si fermò, e guarì. Ho visto a Briga questa e altre guarigioni che hanno veramente del prodigioso”.

Brigerbad
fertilità
I bagni di Briga nel 1600 e vigne vallesane da Mediathèque Valais

Anche Platter racconta di essersi sottoposto ad un'eccellente cura che, però, gli provocò la perdita dell'appetito. Non poteva mangiare altro che pane di segale e non riusciva a toccare il vino perché troppo forte. Solo quando l'oste gli procurò il vino più leggero di Morel ricominciò ad avere appetito. “Avevo da lungo tempo tantissima sete e mi ero coperto di croste avendo bevuto l'acqua dei bagni”.
Il capitano riceveva molti doni ai bagni: “un volta gli portarono più di settanta fagiani; ne portai qualche penna a Basilea”.
Platter, non avendo trovato messaggeri, non aveva inviato sue notizie alla famiglia da oltre nove settimane e ciò poteva far temere che fosse perito sulla montagna. Terminata la cura, quindi, Thomas rientrò subito a Basilea dove lavorava come corrector presso una stamperia e professor in paedagogio.

Thomas Platter, La mia vita, a cura di Giulio Orazio Bravi, Lubrina, Bergamo 1988

Marzo 2020 -  Rosalba Franchi