Da Mandello del Lario alla Valsassina

Gli appunti di viaggio scritti da Leonardo da Vinci ci lasciano supporre la sua frequentazione sulla via che collegava Mandello del Lario alla Valsassina. E non sono solo le sue note essenziali a fornirci preziosi indizi; comparando con attenzione il paesaggio delle montagne lecchesi con quello che compare in parecchi disegni e sfondi di alcuni dipinti leonardeschi si scopre che esistono molti elementi di contatto. Leonardo conosceva bene questi luoghi, li aveva frequentati forse perchè inviatovi dagli Sforza. Certo è che fu profondamente colpito dalle particolarità e varietà delle forme di queste montagne: i pinnacoli rocciosi delle Grigne e le loro cavità, il lago con le sue luci, i corsi d'acqua e le cascate di cui è ricco questo territorio hanno attirato il suo interesse e la sua attenzione di artista e scienzato al tempo stesso.

 mappa

L'antica mulattiera che collegava il lago alla Valsassina da Mandello sale alla frazione di Somana e quindi alla contrada di Sonvico, un gruppo di case addossate lungo il Sentiero del Viandante. La via si immerge nella campagna coltivata dove spiccano gli ulivi e sale verso il Santuario di Santa Maria sopra Olcio, ben  visibile anche dal basso. La mulattiera, in parte selciata e delimitata da muretti, è ben tenuta; procede lungo il percorso di una semplice Via Crucis segnalata da croci di ferro che recano, alla base, la descrizione della stazione.

A circa seicentro metri di altitudine si giunge alla Cappella di Santa Preda, un imponente edificio restaurato recentemente che reca l'immagine dipinta della Madonna con il bambino e  figure di Santi.Il cammino prosegue ai margini del bosco, alternando tratti più ripidi a quelli più pianeggianti. Da lontano compare il Santuario di Santa Maria incorniciato dalle Grigne sullo sfondo. Il campanile e l'antico ospizio addossato alla chiesa risaltano sullo sfondo delle creste innevate. Una scalinata immette sotto il porticato antistante la chiesa, luogo di sosta e di riposo per i viandanti che, attraverso i monti di Era ed il Passo di Prada, giungevano a Prato San Pietro (citato da Leonardo), sul versante valsassinese della Grigna. Utilizzata per secoli dagli abitanti della zona, la mulattiera è ancora oggi assai frequentata per semplici escursioni o per itinerari più impegnativi di alpinismo. 

la Grigna
mulattiera.

La chiesa di Santa Maria, che sorge a 661 metri, è documentata sin dal 1145 in una citazione di un privilegio papale. Dal 1335 risulta l'esisenza dell'ospizio benedettino con annessi locali per la sosta di persone ed animali. Passato alla Parrocchia di Olcio nel XV secolo, il santuario fu ristrutturato nel Seicento. Attualmente conserva tracce della primitiva costruzione romanica nel campanile e nella pianta ad unica navata con portico esterno. Sull'altare maggiore è presente un dipinto raffigurante Maria con il bambino tra i Santi Giuliano e Lorenzo. L'edificio fu restaurato recentemente, dopo il disastroso incendio del 1997.

Ospizio Santa Maria
Santa Maria

La sosta permette di apprezzare la bellezza del panorama: la sponda lecchese del lago di Como, la valle del fiume Meria che, poco sotto la chiesa di Santa Maria, riceve le acque dell'Era, le Grigne, il Monte Cavallo, la Cresta di Piancaformia. Come accadeva  in passato quando i viandanti, fermandosi, certamente scambiavano informazioni e notizie, forse storie e leggende, anche oggi la sosta è l'occasione per incontrare persone del luogo innamorate di queste montagne, ben disposte ad indicare ad una ad una le cime ed i rifugi e a raccontare la bellezza del paesaggio. Con tenacia, c'è chi cerca anche di preservarla camminando e, passo passo, raccogliendo ciò che l'inciviltà di alcuni lascia sul percorso. Incontri casuali, inaspettate coincidenze, discorsi che si incontrano. Evochiamo Leonardo e, sul sentiero, cerchiamo le orme dei suoi passi. Storie di luoghi e storie di persone pronte a collaborare: anche questo significa camminare lungo le antiche vie.

scala
lago

In direzione della Valsassina si prosegue verso le baite di Era o, scendendo lungo il sentiero del fiume, la strada riporta alla frazione di Somana.

Procedendo in direzione dell'alpe di Era compare, dalla parte opposta, nella valle del Meria, la serpentina della strada  a gradoni che conduce verso il basso alla cavità della grotta Ferrera.

Come non pensare alla “busa di verso il lago la quale va sotto 200 scalini” ed agli appunti di Leonardo? 

Marzo 2017,   Rosalba Franchi