Il cammino lungo la “Strà granda” prende avvio da Piedimulera, località posta all'ingresso della Valle Anzasca sulla sinistra del torrente Anza. Fino a metà Ottocento, quando venne costruita la strada statale lungo il corso del torrente, la mulattiera era l' unica via di collegamento tra la Val d'Ossola ed il villaggio di Macugnaga da dove, lungo il sentiero walser, si saliva al Passo del Monte Moro per poi raggiungere Saas Fee in Vallese. La piazza del mercato di Piedimulera è il cuore del borgo antico, vivace centro di transito di merci e persone. Su di essa prospetta l'elegante palazzo Testone del XVI secolo decorato con affreschi sulla facciata e negli interni. La salita per Vicolo Protasi conduce verso la Torre Ferrerio, un manufatto che ancora oggi colpisce per la sua imponenza. Costruita tra il 1594 ed il 1597 (come attesta l'iscrizione ancora leggibile all'ultimo piano) la torre fu edificata insieme al palazzo adiacente destinato ad ospitare l'abitazione dell'influente famiglia dei Ferrerio. Presumibilmente in quello stesso sito già in epoca precedente sorgevano una torre o una casaforte poste a difesa della valle.
La torre Ferrerio, fino alla metà del XVIII secolo, svolse la funzione di controllo della mulattiera e rappresentò un punto obbligato di sosta per i viaggiatori che dovevano pagare un dazio per il passaggio. In caso di necessità poteva essere utilizzata anche come un rifugio sicuro per i proprietari che, forse proprio per questo motivo, ne curarono i particolari decorativi. Dal 1768, per disposizione del nuovo governo sabaudo, fu adibita a deposito di granaglie per le popolazioni della Valle Anzasca. La torre, oggi in parte adibita a scopi museali, è costituita da cinque piani di cui il quarto ornato da pareti affrescate di rilevante valore storico ed artistico che rappresentano scene di caccia e mitologiche. Dalla sua sommità si possono vedere dall'alto i tetti in beola delle abitazioni più antiche con le particolari forme dei camini e la statua di San Giovanni Nepomuceno eretta a guardia e protezione del torrente Anza. Come in passato la mulattiera, la cosiddetta “mulera”, transita sotto l'arco della torre salendo rapidamente tra prati punteggiati in primavera da fioriture di narcisi, primule e pervinche e terrazzamenti coltivati a vigneti. Il percorso verso Cimamulera è segnato da cappelle ed edicole votive decorate da affreschi. Poco prima di raggiungere la piazza centrale della frazione, una breve deviazione conduce all'antico forno per il pane ed alla Cappella della pace eretta su un balcone panoramico.
A Cimamulera, in località Chiesa, nel piazzale caratterizzato dalla presenza di un ippocastano centenario, sorgono, una accostata all'altra, ben tre chiese: Santa Marta, Sant'Antonio abate, San Rocco. Quella dedicata a Sant'Antonio abate è la parrocchiale, edificata nella prima metà del Seicento ed ampliata agli inizi del Settecento. Poco lontano si erge una torre attualmente trasformata in abitazione privata. Lungo il cammino si attraversano piccole frazioni come Meggiana contraddistinte dalla presenza del forno per il pane ( l' itinerario tematico sul pane è descritto da apposita segnaletica). Il percorso a piedi è di particolare bellezza: all'orizzonte, il Monte Rosa, all'inizio solamente immaginato, diventa una maestosa presenza. Un sorprendente compagno di viaggio che ci indica la direzione.
A Meggianella, in posizione panoramica, sorge il seicentesco oratorio di San Carlo con un'immagine del santo dipinto sulla facciata. Sembra che esistesse in epoca precedente una cappella più antica intitolata a San Bernardo. Il sentiero è popolato da molte edicole votive come quella dedicata a Santa Lucia, già citata in un documento d'inizio Settecento. Dipinta da Lorenzo Peracino, contiene al proprio interno un piccolo altare per la celebrazione della messa. La cappella è preceduta da un porticato con colonne sotto il quale passa la mulattiera: un luogo di sosta e di preghiera al tempo stesso che permette di abbracciare con lo sguardo il borgo di Castiglione con i suoi terrazzamenti, il caratteristico abitato di Colombetti, e, sullo sfondo, il massiccio del Monte Rosa.
A Castiglione è San Cristoforo ad accogliere ancora oggi chi percorre la vecchia mulattiera: l'affresco fu realizzato nel Cinquecento sulla facciata esterna meridionale della Parrocchiale di San Gottardo. La chiesa, particolarmente ricca ed elegante negli interni, fu interessata da vari ampliamenti nel Seicento e Settecento; sulla facciata esterna reca dipinte le stazioni della Via Crucis. L'imponente campanile che la affianca fu eretto alla fine del Cinquecento. Attiguo alla parrocchiale è l'oratorio di Santa Marta facente capo all'omonima confraternita fino al 1759. La piazza è completata dagli ossari in stile barocco. Dalla parte opposta del fiume, la frazione Colombetti è considerata un modello di nucleo rurale e di ecomuseo all'aperto per le caratteristiche case con balconi ad arco.
La mulattiera prosegue in direzione di Calasca con tratti selciati e ben delimitati da pietre di protezione con pali in legno; un ponte ad arco permette di superare il Rio Jelmala. Dall'alto si vede la strada statale che corre incassata nella valle lungo il corso del torrente. Giunti alla frazione Mulini, il sentiero conduce all'antico lavatoio. A poca distanza, oltre il ponte che permette di attraversare l'Anza, compare il Santuario della Madonna della Gurva edificato nel XVII secolo accanto ad un enorme masso sospeso. E' dedicato all'Assunta, festeggiata solennemente il 15 agosto con la presenza della storica Milizia di Calasca.
2015-2016 Rosalba Franchi
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