Sabato 21 agosto
2004 nel comune di Cadegliano Viconago (Va) si è inaugurata
una
Via Crucis musiva realizzata nel borgo della frazione Viconago.
Alla cerimonia hanno partecipato, oltre alle autorità
politiche e religiose locali, Monsignor Signorelli, la Presidente
della Comunità Montana della Valganna e della Val Marchirolo,
il Consigliere Regionale Farioli, la Presidente dell'Associazione
per il Recupero e la Tutela della chiesa di Sant'Antonio.
Hanno realizzato l'opera, al cui finanziamento hanno generosamente
contribuito i Supermercati Tigros, gli artisti Massimo Maria
Peron che si è occupato della progettazione, Francesco
Maria Peron e Chiara Cantagalli che hanno eseguito i mosaici.
Si tratta della prima realizzazione promossa dall'Associazione
Recupero e Tutela chiesa di Sant'Antonio all'interno di un progetto
artistico di più ampio respiro che prevede l'installazione
di opere d'arte in siti caratteristici delle tre frazioni del
comune di Cadegliano Viconago
La Via Crucis di Viconago si snoda lungo un percorso che attraversa
le strette vie del paese: le quindici stazioni, realizzate su
pannelli di diversa forma perimetrale, sono collocate sulle pareti
murarie delle case, sotto gli archi dei portici e nei cortili
più caratteristici del borgo raccolto attorno alla chiesa
di origine medioevale di Sant'Antonio abate. Proprio grazie all'impegno
ed alla volontà dell'omonima Associazione, questo rilevante
monumento storico ed artistico che racchiude preziosi affreschi
della scuola di Bernardino Luini, ha incominciato a rivivere
dopo gli interventi di consolidamento strutturale ed i restauri
degli ultimi anni.
La prima stazione della Via Crucis è ubicata all'inizio
della scalinata della Parrocchiale di San Giovanni Battista mentre
la quindicesima, che celebra il mistero della Resurrezione,
si trova nel parco retrostante la Chiesa di Sant'Antonio.
Nella realizzazione di questo progetto è stata prioritaria
la volontà di creare delle opere d'arte contemporanea
che ben si integrassero con l'ambiente circostante e gli edifici
esistenti. Da ciò è nata la scelta di utilizzare
in larga misura pietre del luogo per i mosaici: il porfido di
Cuasso al Monte per i rossi, il calcare di Gavirate e l'arenaria
di Viggiù per i bianchi e i grigi, la pietra gallina del
Lago Maggiore per le sfumature rosate. Ne è emersa una
gamma cromatica limitata ma dai toni assai gradevoli e delicati
che ben si accostano, senza creare eccessivi contrasti, con gli
intonaci delle pareti di fondo su cui sono stati collocati i
pannelli musivi. A queste miscele di materiali locali sono stati
aggiunti smalti colorati che, avendo la funzione di esprimere
il concetto artistico e religioso della "luce", aumentano
di quantità e toni con il procedere del cammino verso
la scena finale della Resurrezione, celebrazione di Gesù
"luce del mondo".
Le scene religiose della Via Crucis sono state rappresentate
con figure semplici e stilizzate rivisitando temi e situazioni
che affondano radici profonde nella cultura popolare e religiosa
locale. I pannelli musivi sono collocati lungo un percorso che
gli abitanti del borgo tradizionalmente percorrono durante la
celebrazione della Via Crucis: essi sono segnali duraturi che
prendono il posto delle croci di legno posizionate durante la
preghiera sul luogo della stazione. Il loro significato assume
quindi un valore profondo che invita alla meditazione. Superando
la contingenza del tempo presente, si stabilisce un'ideale continuità
tra coloro che ci hanno preceduto e le generazioni future.
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