IL SACRO MONTE
DI DOMODOSSOLA
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Il
colle di Mattarella, in passato baluardo fortificato dell’antica
Oscella,
è il luogo dove sorge il Sacro Monte Calvario di Domodossola. Alla
sommità si giunge percorrendo in automobile la strada che, per chi
proviene da Milano, si stacca dalla statale del Sempione prima
dell’ingresso in città. Lungo il percorso si incontra la chiesa
romanica dei santi Quirico e Giulitta con affreschi interni del XIV-
XV secolo. In cima alla salita la seicentesca casa Stockalper, sede
della Riserva Naturale Speciale, e il complesso degli edifici sacri
del Calvario. Comincia qui la parte finale di un percorso devozionale
il cui inizio si trova più a valle, alla periferia della città.
Ss. Quirico e Giulitta
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Il catino absidale
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La
Via Crucis del Sacro Monte Calvario inizia, infatti, dove oggi sorge
la chiesa della Madonna della Neve, tra i due Collegi Rosminiani. Un acciottolato in mezzo al bosco di castagni, faggi e
querce sale verso il colle di Mattarella sulla cui cima sono visibili
i resti delle mura e del castello medioevale. Sul torrione centrale
dell’antica fortificazione, distrutta nel 1415 dagli Svizzeri, è
stata innalzata nel 1955 una croce luminosa in occasione del
centenario della morte di Antonio Rosmini che fondò un Istituto
religioso di formazione e spiritualità.
Con
la caduta del castello, il colle di Mattarella fu, per oltre due
secoli, lasciato in stato di abbandono finchè, nella seconda metà
del 1600, questo luogo fu scelto per richiamare nei fedeli il ricordo
del Monte Calvario e della Passione di Cristo. Così, come era
avvenuto per altri Sacri Monti piemontesi e lombardi, anche a
Domodossola determinante fu l’opera dei frati Cappuccini.
Gioacchino da Cassano ed Andrea da Rho del convento di Domodossola
furono i primi a proporre la realizzazione del Sacro Monte Calvario
durante le predicazioni della Quaresima del 1656. Il progetto ottenne
immediatamente il favore e l’impegno economico della Comunità
ossolana. Al giureconsulto Giovanni Matteo Capis fu affidato, sin
dall’inizio, il ruolo di promotore della fabbriceria.
La torre di Mattarella
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Le ultime cappelle prima del Santuario
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Lapide che ricorda la fondazione dell'Istituto di Carità
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La
scelta del luogo cadde sul colle di Mattarella, roccaforte contro le
invasioni straniere assunto ad ideale baluardo della fede cristiana.
Lungo il percorso della Via Crucis vennero allora piantate delle
croci sui siti ove si sarebbero innalzate le cappelle. Nel 1657 fu
redatto un disegno complessivo e costruito un arco monumentale
d’ingresso, abbattuto poi nell’Ottocento, presso la porta
meridionale del borgo. Il giorno 8 luglio 1657 fu posta la prima
pietra del Santuario; nel 1662 veniva innalzato sopra l’altare il
monumentale Crocifisso realizzato da Dionigi Bussola, scultore
milanese che fu attivo, per circa tre decenni, nei Sacri Monti di
Domodossola, Varallo, Orta, Varese.
I
progetti del Calvario vengono attribuiti a Tommaso Lazzaro di Val
d’Intelvi; a lui si deve presumibilmente anche la realizzazione di
un nuovo convento dei cappuccini di cui oggi, lungo il percorso,
restano solo i ruderi in mezzo alla vegetazione.
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La
costruzione delle cappelle, con la raffigurazione delle scene della
Passione, conobbe alterne fasi costruttive dal XVII al XIX secolo.
Nel 1658, dopo aver visitato il colle e visionato il progetto
complessivo, fu lo stesso vescovo di Novara a raccomandare la
piantumazione del sito e la definizione dei Misteri della Passione da
raffigurare nelle cappelle.
Negli
anni tra il 1660 e il 1694 furono costruiti anche l’Oratorio della
Madonna delle Grazie che custodisce un affresco quattrocentesco della
Madonna con Bambino ritenuto miracoloso ed un modello della Casa di
Loreto, annessa all’oratorio stesso.
Dionigi
Bussola, che fu uno dei maggiori protagonisti della fase iniziale dei
lavori, realizzò numerose sculture per le cappelle; a lui si
sostituì successivamente il Rusnati a cui si affiancò l’opera dei
fratelli Antonio e Domenico Perini provenienti dalla Val d’Intelvi,
il pittore Giovanni Sanpietro, il frescante Lorenzo Peracino,
l’architetto ed imprenditore Pier Maria Perini. Con
la soppressione degli ordini religiosi e la cacciata dei Cappuccini
nel 1810, il Sacro Monte attraversò un lento declino sino all’arrivo
di Antonio Rosmini che seppe riportarlo a nuova vita con la
fondazione dell’Istituto di Carità, ubicato nelle immediate
vicinanze del Santuario.
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Attualmente
, dopo alcune ricostruzioni e rifacimenti avvenuti negli anni
Cinquanta, il percorso tocca quindici cappelle che rappresentano i
Misteri della Passione. Gesù incontra Pilato nella prima cappella e
nelle successive si svolge il suo cammino verso il Golgota, le
cadute, gli incontri con la Madre, il Cireneo, la Veronica, le Pie
donne.
L’undicesima cappella, di grande interesse per la sua
originale struttura architettonica particolarmente scenografica,
rappresenta la Crocifissione. Le opere plastiche sono del valsesiano
Giovanni Luca Raineri mentre gli affreschi del 1780 sono dei fratelli
lombardi Giuseppe Giovanni e Antonio Tonicella.
L'interno del Santuario
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La Deposiziona
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La dodicesima e la
tredicesima cappella che raffigurano Cristo spirante sulla Croce e la
Deposizione, sono all’interno del Santuario. Le statue, opera del
Bussola, sono di notevole espressività e valore artistico. Alla
cappella quattordicesima, detta del Sepolcro, si accede con una scala
esterna al Santuario; è ricavata nelle fondazioni dell’edificio
per simulare una grotta in cui sono state collocate le statue di
Dionigi Bussola. In essa fu sepolto Giovanni Matteo Capis, figlio del
primo storico dell’Ossola, “grande
benefattore fondatore del Calvario”
così come recita la sua lapide.
La
Quindicesima cappella o del Paradiso è una particolarità di questo
Sacro Monte: sorge infatti, isolata, poco più in alto del Santuario.
La scena della Resurrezione rappresentata è spettacolare e
grandiosa: le nove statue in cotto, opera del Rusnati, raffigurano
Cristo sfolgorante in una nuvola da cui si sprigionano raggi dorati.
Negli affreschi alle pareti Cristo appare agli Apostoli e ai
discepoli di Emmaus. L’ampia cupola fu affrescata da Giovanni
Sanpietro.
La visione della Croce nel Santuario
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La Resurrezione nella cappella del Paradiso
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Nell'area del Sacro Monte
sorge la casa del barone svizzero Kaspar Stockalper che restò in
Ossola durante l’esilio inflittogli dai suoi compatrioti dal 1679 al
1685. Il barone ha per vari decenni mantenuto e organizzato i traffici
transalpini attraverso il passo del Sempione dove la mulattiera che
porta il suo nome è stata, fino alla costruzione della strada
napoleonica, la principale via di comunicazione fra Domodossola ed il
Vallese. Durante i periodi in cui la mulattiera era intransitabile i
traffici continuavano attraverso l'itinerario meno agevole per Bognanco
ed il passo del Monscera che passava proprio dal Sacro Monte Calvario.
La casa Stockalper ora sede del Parco
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La mulattiera Stockalper per Monte Ossolano e Bognanco
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San Brizio a Vagna sulla strada per Monte Ossolano
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Riprese
fotografiche:
Dario
Monti
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