Felix Fabri: Viaggio da Ulm a Venezia (aprile 1483). "Non ho lasciato di scrivere un solo giorno, anche quando in mare era
tempesta, anche quando ero in terra santa. Mi son trovato a scrivere in
sella a un asino o a un cammello attraversando il deserto. E anche di
notte, quando gli altri dormivano, sedevo e annotavo ciò che avevo
visto".
Incidenti, malattie e costi elevati.
Incontri con ladri, assassini, prostitute ecc.
- Il viaggio poche volte si
svolge in condizioni ottimali nel Medioevo. Non erano viaggi di piacere e
spesso degeneravano in odissee penose, che impressionano per lo
stoicismo con cui si accettavano, come pure le situazioni più dure, a
cui né il ricco né il povero potevano sfuggire: incidenti e malattie,
furti e violenze, inclemenza del clima.
- Viaggiare nel Medioevo costava caro. I
pellegrini ed i frati mendicanti dalla borsa vuota non sono i
viaggiatori più rappresentativi. Le cifre disponibili indicavano che il viaggiatore
spendeva tanto quanto noi oggi, anche se non per le stesse cose, ma che
comunque doveva aprire i cordoni della borsa spesso.
- C'rano poi i cortei nobiliari, come si vede nel famoso
affresco di Benozzo Gozzoli nel Palazzo Medici di Firenze o sul
bassorilievo della cattedrale di San Donnino a Fidenza in cui è
rappresentato il corteo di Carlo Magno.
- La spesa principale era nelle città dove si concentravano i servizi e le
dogane che talvolta avevano anche il monopolio di vendita di vettovaglie e bevande ai
viaggiatori. Sulle strade più frequentate i prezzi erano più alti, sfruttando la necessità primaria del viaggiatore di
nutrirsi e alloggiare.
- Qui si trova tutto a buon mercato e vi è grande abbondanza
di ogni cosa: ottimo è il vino e anche gli altri frutti sono
buonissimi. Tuttavia l’aria è malsana: da una parte, donde dovrebbe
venire aria fresca e salubre, si trovano monti altissimi, che i frati
mi hanno mostrato, dalla parte opposta si trovano paludi che esalano
perfidi miasmi. Ne consegue che molte persone sono colpite da febbri,
ed è così comune patire qui febbri che la febbre non è più ritenuta una malattia. (Bolzano)
- Poi c'era il banditismo, si facevano pagare servizi di guida per poi
derubare ed abbandonare i viaggiatori senza soldi a cavalcature.
- Nella locanda erano alcuni minatori delle miniere d’argento
che giocavano, bevevano, si divertivano. La compagnia mi parve
sospetta, per cui fui molto prudente nel parlare di me con loro. Al
momento della sveglia, si sentì in casa un gran trambusto: due
carrettieri non trovavano più le loro borse col denaro. Mentre i due dormivano, i minatori, che erano dei ladri,
entrati nella loro camera avevano sottratte le borse; svuotate di
quanto vi era, le avevano poi gettate nell’orto vicino alla locanda. Al
sorgere del sole lasciai questo luogo, non senza timore che i ladri
lungo la strada potessero tendermi qualche insidia, ma non mi capitò
nulla. (In Austria prima del passo del Brennero)
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Contatti con lingue e usanze differenti
- Il viaggio era anche l'incontro con una moltitudine di poteri e giurisdizioni: vari
sistemi fiscali, régime di privilegi e particolarismi imperante
ovunque, egoistiche esclusioni e protezionismo delle comunità urbane,
mutevoli alleanze politiche. Il viaggiatore in terra straniera non era
protetto nei suoi diritti ed in svantaggio legale di
fronte ai sudditi del paese. Quelli che potevano si munivano di alcuni documenti importanti che attestassero
la sua identificazióne, non individuale (non esisteva un tipo di
passaporto), ma come membro di una comunità, e come tale poteva essere
accolto con salvaguardie e privilegi. Questa identificazione si
materializzava con documenti come la carta di vicinato, lettere di
presentazione, salvacondotti e assicurazioni.
Continua devozione
Mezzi di trasporto, carri, muli, cavalli, slitte, battelli, navi
- Il portatore umano, servitore abituale o affittato ad hoc, è stata una
realtà durante tutto il Medioevo, soprattutto nei paesi di montagna,
indispensabili per certi passi diffícili che neanche i muli potevano
passare. I carichi potevano essere trasportati da due uomini con una
pertica o da uno solo, sulle spalle o sulla testa o con un giogo.
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- I veicoli a ruote sono soprattutto carri, carrette, carrettini
(a trazione anteriore e umana questi ultimi) si usavano soprattutto per
il trasporto di materiali da costruzione e prodotti agricoli, ma rare
volte sulle strade di gran commercio. Le persone usavano andare a piedi o servendosi di un
cavallo un mulo o un
asino carico anche dei bagagli. Il
mulo, senza dubbio era meglio adatto al trasporto dei
carichi riunendo la rusticità dell’asino alle prestazioni del cavallo.
Intelligente, si rifiutava di galoppare, aveva il piede sicuro e
per questo apprezzato da tutti, anche dai chierici e dalle signore.
- Salvo il caso dei pellegrini poveri e penitenti, di
vagabondi, disgraziati o di gente del posto, sui cammini il viaggiatore
si spostava ben carico. Alcuni con la loro mercanzia, altri con
famiglia e bestiame, altri ancora viaggiano in convoglio con viveri e
generi di prima necessità.
Attraversamento corsi c'acqua, guadi e traghetti
Passaggio su strade, dune, paludi, ponti
- ...questa via era in uno stato talmente pessimo e
pericoloso che si percorreva con gravissime difficoltà, obbligati a
condurre il cavallo per mano. Nel mio primo viaggio so ben io quante
angustie ho dovuto patire, con sulla destra alti strapiombi; nel tratto
superiore la via era strettissima, posta tra rupi scoscese a sinistra e
burroni a destra: via talmente difficile e pericolosa da diventare
oggetto di canzoni popolari (Strada del Brennero da Colma a Bolzano).
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Attraversamento di gioghi alpini
- ...e mi avvicinai alle Alpi. Qui è la porta di accesso alle
Alpi Retiche. In caso di tempo piovoso l’ascesa è resa assai penosa dal
fango. Essendo piovuto proprio il giorno prima la strada era dunque
pessima, e la neve caduta nella notte non mi lasciava vedere i tratti
di strada paludosa o sconnessa. Il cavallo, che conducevo per mano,
salendo affondava sino al ventre, io alle ginocchia. Dov’erano fossati
affondavamo ancora di più. (Fernpass 1210m)
- ...salii un monte ancora più elevato e transitai al giogo
detto Brennero, dove soffrii un freddo terribile. Anche in estate qui
c’è sempre neve e ghiaccio. Discesi per una lunga strada e arrivai nel borgo di Vipiteno.
Attrversamento di paesi e città, luoghi di sosta
- Tutti in ogni caso fanno marce forzate per non passare la notte in
strada. L’uomo medievale ha una auténtica fobia di dormire sotto le
stelle: paura delle tenebre popolate di potenze malefiche, paura delle
fiere e dei banditi. L’ora del crepúsculo é davvero angosciante se la
fine della tappa non é vicina e si continua a camminare con le torce
quando fa buio, tutto per evitare la temuta notte all’aperto.
- Per i religiosi, i poveri ed i pellegrini si poteva contare
sull'ospitalità monástica, degli ospitali e albergues fondati con scopi
benéfici. Altrimenti c'erano le locande ben diffuse lungo le
strade di comunicazione, ma che talvolta erano insufficienti.
L’alloggio in case private era frequente e sovvenzionato dalle autorità
soprattutto per i mercanti forestieri. L’ospitante offriva alloggio,
stalle, magazzini, vitto ed anche notizie, contatti ed indicazioni sul
posto e sulla regione.
Goethe sintetizzerà, se pure in
un contesto di cultura profondamente mutato, ma la continuità di
pensiero è indubbia, queste considerazioni del viaggiatore Fabri nella
massima famosa «chi vuole comprendere il poeta deve andare nella terra
del poeta». Invito che il grande poeta tedesco, parlando del suo
viaggio in Italia, siamo quindi pienamente in argomento, espliciterà
con maggiore compiutezza in questo bellissimo passo: «Si può dire quel
che si vuole a favore della tradizione scritta o orale, fatto è che
nella maggior parte dei casi è inadeguata, non potendo rendere il
carattere particolare d’un oggetto, neanche nel campo intellettuale.
Solo se lo sguardo si è posato sicuro sulla cosa, si può leggere e
udirne parlare con piacere, perché ci si rifà a un’impressione viva;
allora si è in grado di pensare e di giudicare».
Per approfondimenti: ELISA FERREIRA PRIEGUE, università di Santiago de Compostella, ARTE E TECNICA DEL VIAGGIO NEL MEDIOEVO
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