Conclusi gli scavi
archeologici, emergono i segreti di Santa Maria del Monte sopra
Varese
"MADONNA"
cripta svela la sua età
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Se non è l’epoca di Sant’Ambrogio poco ci manca. Gli scavi archeologici
eseguiti nella cripta romanica e nel corridoio sotto l’altare del
santuario di Santa Maria del Monte hanno rivelato resti murari e
pavimentali di una precedente chiesetta del quinto secolo, appena più
tarda rispetto all’epoca in cui l’arcivescovo di Milano, secondo la
leggenda, fece costruire un altare in questo luogo per celebrare la
vittoria sugli ariani. Dalla notte dei tempi emerge un passato molto
più antico della pergamena dell’8 giugno 922 dopo Cristo, conservata
all’Archivio di Stato di Milano, che parlava per la prima volta della
“chiesa di Santa Maria sopra Vellate”. C’è addirittura un balzo
indietro di cinque secoli di cui gli studi sulla storia di Santa Maria
del Monte d’ora in avanti dovranno tenere conto.
Il famoso "Presepe" affrescato sopra l'ingresso alla cripra
La campagna di scavi promossa nel triennio 2013-2015 dalla
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (archeologo
Roberto Mella Pariani e sovrintendente Barbara Grassi), per proteggere
i dipinti trecenteschi della cripta con moderni impianti
d’illuminazione e termici, è andata oltre le più rosee previsioni:
c’era da consolidare la volta e metterla in sicurezza insieme agli
affreschi del ‘300, bisognava rimuovere le antiestetiche putrelle
d’acciaio inserite nel 1931 per reggere il peso di oltre settanta
tonnellate dell’altare del santuario e questi risultati sono stati
raggiunti. Imprevista è stata invece la scoperta di una serie di
affreschi d’epoca sforzesca che richiamano la scuola di Masolino da
Panicale e, rimuovendo un contrafforte in pietra e un armadio nel
corridoio d’accesso, sono tornati alla luce affreschi del ‘400 d’ignoti
artisti varesini in quella che è stata subito ribattezzata la “sala
delle tre madonne”. Sono emerse infine antiche sepolture medievali
addossate alla navata del santuario, su cui ora si dovrà indagare.
Le sepolture medievali sotto al pavimento di cristallo e un particolare della struttura di rinforzo della volta
VETRATE SUL PASSATO
Un tesoro d’arte e di storia, insomma, è ritornato alla luce e i fedeli
possono visitarlo subito e in tutta sicurezza, grazie ai nuovi impianti
di climatizzazione e illuminazione, camminando su panoramiche vetrate
di cristallo che consentono di ammirare gli scavi archeologici
sottostanti. Uno spettacolo imperdibile. Il restauro delle volte della
cripta è un capolavoro di sapienza tecnica e fa già scuola in Italia e
all’estero. L’architetto Gaetano Arricobene e l’ingegnere Lorenzo
Jurina del Politecnico di Milano, responsabili rispettivamente del
progetto architettonico e di quello strutturale, ne hanno parlato in
luglio in un convegno a Bressanone e in ottobre a Valencia, in Spagna.
Spiega Jurina: “Abbiamo adottato la soluzione del “gazebo strutturale”,
in alluminio, che sorregge gli archi della cripta. Profili in acciaio
inox seguono l’andamento delle volte e si appoggiano a terra accanto
alle colonnine in pietra sgravandole parzialmente dal carico
dell’altare soprastante. Un sistema di viti regolabili consente di
spingere verso l’alto i profili in acciaio e di metterli in
forza”.
Sulla parete di destra una bella rappresentazione della reliquia romea "Veronica" e di sant'Ambrogio
I
restauri degli affreschi sono stati diretti da Isabella Marelli dalla
Soprintendenza alle Belle Arti di Milano. Gli affreschi della cripta,
probabilmente eseguiti fra il 1360 e il 1370 o forse posteriori di un
secolo, hanno caratteri stilistici simili a quelli della Schirannetta
di Casbeno datati 1408. Si tratta di opere di una bottega locale in cui
prevale l’aspetto devozionale su quello artistico. Sulla parete
sinistra del corridoio d’ingresso alla cripta, che corrisponde al
fianco esterno dell’antica chiesa romanica, sono tornati alla luce due
grandi affreschi (la Vergine col bambino in stile gotico internazionale
e l’Annunciazione, nello stile gotico fiorito. Un terzo affresco più
piccolo raffigura una Madonna con Bambino.
I nuovi affreschi scoperti lungo il corridoio sotterraneo che conduce lla cripta.
QUATTRO FASI STORICHE
La campagna di restauri è costata un milione centocinquantamila euro
finanziati dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Paolo VI per il
Sacro Monte di Varese, presieduta dal vicario episcopale Franco Agnesi,
con il contributo della Regione Lombardia e l’assistenza dell’arciprete
don Erminio Villa. A scavi conclusi, si può dire che la costruzione del
santuario abbia avuto quattro fondamentali fasi: la prima chiesa del
quinto secolo, di cui si sono ora trovati i resti, fu abbattuta in età
carolingia-ottoniana (nono o decimo secolo) per edificare una nuova
cappella, il cui presbiterio absidato è giunto a noi come cripta. Sopra
questa, fu eretta la chiesa d’età romanica, databile tra la fine
dell’undicesimo e gli inizi del dodicesimo secolo, ampliata a ovest. Su
questa l’architetto ducale Bartolomeo da Cremona detto Gadio e
Benedetto Ferrini di Firenze fecero il radicale intervento del
1472-1476 per volontà di Ludovico Maria Sforza, ampliando l’edificio
romanico da una a tre navate e riedificando il presbiterio.
Concludiamo
con le indicazioni per visitare la cripta e i suoi tesori: gli ambienti
sono aperti al pubblico il sabato, la domenica e nei giorni festivi:
gratuitamente dalle 9.30 alle10 e dalle 17.30 alle18, a pagamento (5
euro) con la visita guidata durante il giorno dalle 10 alle 17.30.
Potranno entrare gruppi di dieci persone per volta. Su prenotazione le
visite sono aperte in qualsiasi giorno della settimana. Le prenotazioni
si effettuano online sul sito www.sacromontedivarese.it fino alla
mezzanotte del giorno precedente la visita o telefonicamente chiamando
il 328-8377206. Si può richiedere il prezioso libricino con la
spiegazione degli affreschi di Laura Marazzi, conservatrice del museo
Baroffio e della soprintendente ai beni artistici Isabella Marelli.
L'altare principale del Santuario sorge sulla verticale della cripta alto-medievale
La benedizione della cripta il 2 novembre 2015 - con monsignor Villa ed il cardinale Coccopalmerio
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