SPUNTI BIOGRAFICI E OPERA DI LUIGI GIUSEPPE CONATO
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Luigi Giuseppe Conato nacque a Lecco nel 1931 da Silvio, ferroviere di Verona, e Lucia Carmellini, valsassinese di Taceno proveniente da una famiglia di fabbri di antica ascendenza della Val Sesia. Trasferitosi in giovane età a Mandello del Lario, dove il padre trovò lavoro in Moto Guzzi in qualità di attrezzista, alla morte di costui per un incidente sul lavoro studiò, grazie ai buoni uffici della famiglia Parodi, presso i salesiani a Genova, dove visse gli anni più drammatici dell’occupazione tedesca e il successivo salvataggio della città dalla distruzione ad opera dei Cardinali Boetto e Siri. Ottenuto il diploma di formazione tecnica, entrò in Moto Guzzi come impiegato, scalando i ranghi fino a divenire responsabile dell’Ufficio Acquisti, in seguito si trasferirà brevemente ad Asti per ricoprire il ruolo di Direttore Generale presso un’industria metalmeccanica della zona, compito che poi ricoprirà a Vimercate fino al suo pensionamento. Tra le sue passioni ci sono sempre state – oltre al volontariato: è stato fondatore e presidente per 30 anni del “Soccorso degli Alpini” di Mandello del Lario – la montagna, la storia locale e la fotografia. È difficile per me risalire all’origine della sua “passione” per la figura di Leonardo da Vinci – un’infatuazione che ha portato avanti per oltre 40 anni con grandi soddisfazioni fino a che le forze glielo hanno consentito – ma posso senza alcun dubbio legare la figura di Luigi Giuseppe Conato, mio nonno, a quella di Leonardo per il tramite le montagne lariane: le montagne della sua infanzia, delle sue camminate con gli amici di sempre, le montagne che si vedono dalla Brianza tornando “a casa” verso nord, le montagne che tanto colpirono anche Leonardo, al punto da essere studiate, disegnate, dipinte dal Genio di Vinci. Quello di Conato è stato un lavoro di oltre 40 anni, tra studio, osservazione, “ipotesi e suggestioni”, portato avanti sempre con passione nei ritagli di tempo e con lo spirito d’avventura di una ricerca tra i grandi musei, le montagne e la natura che tanto amava, con la macchina fotografica sempre al collo. Dalle prime mostre fotografiche private arrivò a palcoscenici ben più prestigiosi nell’ambiente della ricerca storica, dimostrando un rigore e un impegno – e, perché no, una testardaggine – eccezionali per un amatore. Nel 1985, così, espose le sue fotografie presso l’Università Cattolica di Brescia in una mostra col titolo di “Aspetti del paesaggio lombardo in Leonardo”, 10 anni dopo invece il suo lavoro raggiunse l’acme con la mostra fotografica “Ipotesi e Suggestioni: mostra fotografica di disegni vinciani e località lombarde”, tenuta presso la Civica Biblioteca d’Arte del Castello Sforzesco, sotto l’egida e con l’introduzione del Prof. Augusto Marinoni, uno dei massimi studiosi di Leonardo a livello mondiale, allora presidente dell’Ente Raccolta Vinciana. |
2017 - Stefano Morganti |