L'Inferno a Campaldino... |
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Dante combatté nella prima linea dei feditori a cavallo fiorentini capitanati da Vieri de' Cerchi che sostennero il primo durissimo assalto dei temibili cavalieri aretini. I guelfi fiorentini, contrariamente a quanto si aspettavano gli aretini, raggiunsero Campaldino intraprendendo una faticosa marcia per Pontassieve ed il passo della Consuma. Una stretta via mulattiera, aspra e scomoda per il passaggio delle truppe che sommavano circa diecimila uomini provenienti dalla Toscana e da varie regioni confinanti. La scelta sorprese gli aretini i quali, nei giorni precedenti lo scontro aperto, avevano inviato un contingente di armati a Laterina, in Valdarno, pensando di ostacolare, dove la valle si stringe, l'avanzata delle armate guelfe. ![]() Particolare volantino del nuovo percorso museale "L'Inferno a Campaldino" castello conti Guidi, Poppi Così il poeta dipinge con pochi versi la sua esperienza all'inizio del canto XXII dell'Inferno. Io vidi già cavalier muover campo,
e cominciare stormo e far lor mostra, e talvolta partir per loro scampo; corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra; In una lettera riportata da Leonardo Bruni Dante stesso commentò questa esperienza di combattimento senza nascondere di aver provato “temenza molta e nella fine allegrezza grandissima per li varii casi di quella battaglia”. L'allegrezza di Dante fu condivisa da tutti i fiorentini per la netta vittoria riportata sulle truppe ghibelline. All'evento Dante fa riferimento anche nel V canto del Purgatorio quando, incontrando lo spirito di Buonconte da Montefeltro, chiede al valoroso condottiero ghibellino di spiegare il mistero della scomparsa del suo corpo morto, mai ritrovato sul campo di battaglia. E io a lui: Qual forza o qual ventura
Nella
piana di Campaldino oggi possiamo solo immaginare il funesto teatro
della battaglia dove ora sorge uno stadio di calcio e atletica. Dalla piana si impone alla vista, sulla sommità di un'altura, l'elegante profilo del castello di Poppi, una presenza che si avverte già da molto lontano percorrendo la via proveniente dal passo della Consuma. Al suo interno il nuovo percorso museale “L'Inferno a Campaldino”, attraverso le cronache del tempo di Dino Compagni e Giovanni Villani, ricostruisce la storia della battaglia rappresentata anche in un elaborato e minuzioso plastico. Contestualizzano l'evento altre sezioni espositive che illustrano le realtà di Firenze ed Arezzo a metà del XIII secolo, il territorio del Casentino con i suoi numerosi castelli, le macchine da guerra e le tecniche di combattimento in un periodo in cui si emulavano ancora le gesta dei cavalieri medioevali.
Fondato tra il VII ed VIII secolo il castello di Poppi dei conti Guidi fu ampliato e rafforzato in funzione difensiva nei secoli successivi. Ristrutturato e trasformato in una residenza signorile tra il 1272 e il 1274 da Simone Guidi, l'edificio nel 1470 passò alla Repubblica di Firenze che ne fece la sede del Vicariato del Casentino. Nei secoli successivi fu sottoposto a numerosi rimaneggiamenti che non hanno alterato in modo significativo l'aspetto originale del complesso architettonico dominato dalla imponente torre. Nel 1477 fu eretta l'antiporta della Munizione a difesa della Porta del Leone che divenne l'ingresso principale sostituendo quella rivolta a valle verso Ponte a Poppi.
La visita al castello, considerato il simbolo di tutto il Casentino, permette di ammirare la scenografica scalinata d'accesso del Turriani, i numerosi stemmi, il torrione, la biblioteca Rilliana che conserva preziosi volumi e miniature. Al secondo piano, di particolare interesse sono i resti degli affreschi e delle decorazioni a soffitto, alcuni elementi di arredo e soprattutto la cappella decorata con una serie di affreschi attribuiti a Taddeo Gaddi, uno dei principali allievi di Giotto, operante in zona nei primi decenni del XIV secolo. Nel piazzale antistante l'ingresso del castello si può godere di un ampio panorama sui colli del Casentino ed incontrare il sommo poeta fiorentino. Con lo sguardo rivolto all'orizzonte l'austero busto di Dante, eretto nel settimo centenario della nascita del poeta, ci riporta indietro nel tempo, negli anni dei sanguinosi scontri tra guelfi e ghibellini. Le foto del castello di Poppi sono di Celeste Monti nomi degli Eroi di Campaldino – I parte – M. Giuliani I nomi degli Eroi di Campaldino – II parte – M- Giuliani
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novembre 2021, Rosalba Franchi |