Gaeta e le sue strade |
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"Proseguendo due miglia dopo Itri, si vede a destra la fortezza inespugnabile di Gaeta seduta su una montagna nel mare ... Un poco più avanti si vedono le rovine della città di Formia presso le quali è il sepolcro di Cicerone ancora intatto costruito in forma rotonda come una torre." Così appaiono Gaeta e Formia al Seigneur de Villamont che nella primavera del 1604 percorre la via Appia per raggiungere Napoli dopo aver attraversato Terracina, Fondi e la meravigliosa campagna ricca di uliveti. I nomi di Gaeta e Formia hanno origini greche, sorgono nel territorio dei mitici giganti Lestrigoni che hanno distrutto la flotta di Ulisse al ritorno dal suo soggiorno Circeo. Cicerone stesso chiama Formia "la Telepilo dei Lestrigoni".
Il mare di fronte al litorale laziale e campano era solcato dalle navi greche più di mille anni prima di Cristo. Qui, da Cuma fino al Circeo, vennero fondati i primi avamposti in vista fra di loro, vicino a porti naturali riparati da alti promontori: luoghi dove il modello dell'Acropoli con i suoi templi in marmo bianco poteva essere riprodotto e servire da faro per l'umanità in viaggio. Gaeta, antica colonia spartana, dalla sommità del suo monte Orlando da tremila anni controlla il traffico marittimo da Ischia fino al Circeo, la via Domizia e la via Appia da Cuma, la via Flacca fino a Sperlonga. Non sembra vi fossero stati monumenti di origine greca sulla montagna, ma, arrivando dal mare, vicino al moderno faro si osserva una imponente costruzione cilindrica, un mausoleo romano, quasi intatto, che da secoli caratterizza questo promontorio. L'epigrafe dice tutto: ricorda Lucio Munazio Planco che sottomise i popoli Retici, promosse la centuriazione agricola del Beneventano, fondò le colonie di Lione e di Augst presso Basilea, fece costruire il tempio di Saturno sotto al Campidoglio. Vissuto nel primo secolo a.C. fu discepolo di Cicerone e comandante militare a fianco di Giulio Cesare. Durante la sua intensa vita ricevette due volte l'Imperium. Volle il suo mausoleo sulla montagna di Gaeta dove la leggenda dice che fu sepolta la nutrice di Enea. Qui aveva costruito anche la sua splendida villa di cui restano solo poche rovine. Il mausoleo ora è un semplice cilindro di pietra calcarea dal tetto piano ma, in origine, doveva essere sormontato da un tumulo di terra di forma conica culminante con una statua o con una lanterna con funzione di segnale notturno utile ai naviganti o ai viandanti che percorrevano la via Flacca da Sperlonga o la via Appia verso Roma. All'interno un corridoio circolare immette in quattro celle rettangolari.Nella prima è presente una copia di statua di generale romano, da molti identificato come Planco. Il luogo doveva accogliere, in una nicchia, l'urna con i resti del console romano. Il secondo ambiente ospita una serie di capitelli di varia fattura e datazione. Nella terza cella sono presenti, due reperti epigrafici oltre a materiale lapideo.
Visita: Pro Loco Gaeta |
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Novembre 2018 - Dario Monti |