Il Santo raffigurato sopra la porta di ingresso.
Quando la popolazione
decise di costruire la prima capellina, il masso, contrassegnato da
qualche simbolo religioso, fu incorporato e collocato nel posto
preminente, quasi pala d'altare, testimonianza della loro fede.
Alla prima occasione lo
fecero affrescare da un maestro comacino di passaggio che,
interpretando i desideri e la fede della popolazione, rappresentò la
Madonna in trono. Il bambino, in braccio alla Madre, tiene fra le dita
un rosolaccio: il fiore, comunemente detto papavero, accendeva i campi
di segale che, a chiazze, indoravano il pendio e soprattutto Le Piane.
"Si ignora l'anno della
costruzione della Chiesa. Nel dodicesimo secolo si decise di ampliare
la cappellina e tutti i residenti diedero il loro contributo di lavoro
e di impegno, comprese le donne e i bambini; alla metà del Trecento la
Chiesa era già catalogata nei registri.
E' quasi certo che fu
usata anche come lazzaretto: a ricordo rimane una cappella aggiunta a
metà della navata destra e dedicata a S. Carlo, il Santo che, per la
sua instancabile opera di misericordia fu chiamato «padre dei poveri».
Là anche chiamato il Santo della peste per la personale dedizione
durante la terribile peste del 1576." (dizionario dei comuni del regno
d’Italia ed. Vallardi, Milano)