I Promessi
Sposi a Milano, la rivolta del pane
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"Renzo,
salito per un di que' valichi sul terreno più elevato, vide quella
gran macchina del duomo sola sul piano, come se, non di mezzo a una
città, ma sorgesse in un deserto; e si fermò su due piedi,
dimenticando tutti i suoi guai, a contemplare anche da lontano
quell'ottava meraviglia, di cui aveva tanto sentito parlare fin da
bambino..."
Milano
è la città natale dello scrittore che vide la luce nell’attuale
via Visconti di Modrone al 16, una casa di due piani situata sulla
cerchia medioevale dei Navigli, a qualche centinaio di metri dal
ponte di porta Renza e da porta
Orientale che si attraversavano
provenendo da Bergamo.
Renzo entra a Milano da Porta Orientale (Gonin)
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Corso di Porta Orientale (Gonin)
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Porta Orientale e il Lazzaretto fine Ottocento
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Da Porta
Orientale passò Renzo giunto
per la prima volta a Milano durante
la rivolta del pane e dalla stessa porta scappò nemmeno ventiquattro
ore dopo.
“Quando
Renzo entrò per quella porta, la via al di fuori andava diritta per
tutta la lunghezza del Lazzaretto, che per quel tratto non poteva far
di meno; poi scorreva, sghemba e stretta fra due siepi. La porta
consisteva in due pilastri con sopra una tettoia per riparare le
imposte, e dall’un lato una casupola pei gabellieri."
Così
Manzoni descrive la misera porta che nel XVI secolo aveva
caratteristiche difensive e che ora, in veste monumentale, si chiama
porta Venezia.Passata la porta a destra, invece dei giardini progettati
dal Piermarini, c'era il convento dei Padri Serviti
con la chiesa di san Dionigi. Più avanti sulla sinistra vi era la
strada del Borghetto e la colonna di san Dionigi e quindi il convento
dei Padri Cappuccini
con la chiesa dell'Immacolata Concezione. Il corso era più ampio
rispetto alla stampa del Gonin, ma era diviso in due da un canale:
"Un
fossatello le scorreva nel mezzo fino a pochi passi dalla porta, e la
partiva così in due stradette tortuose, coperte di polvere o di
fanghiglia...”
Proseguendo e passato
il ponte di Porta Renza (così era chiamata l'antica porta medioevale
sulla cerchia dei Navigli), percorsi pochi passi fino alla
Collegiata di san Babila e alla chiesa di Santa Maria dei Servi,
iniziava la Corsia dei Servi
dove...
“...
c’era, e c’è tuttavia un forno, che conserva lo stesso nome; nome che
in toscano viene a dire il forno delle grucce…”
Chiesa dei Cappuccini
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Piazza san Babila, a sinistra Porta Renza sul
naviglio
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Il forno delle grucce
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Corsia dei
Servi, ora corso Vittorio Emanuale, nell'Ottocento. Particolare da un
dipinto di C.Canella.
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Al seguito dei facinorosi che
avevano saccheggiato e distrutto il forno delle grucce, Renzo arrivò in
piazza del Duomo,
quindi in piazza Mercanti per
fermarsi in piazza Cordusio.
La piazza era molto più piccola di come si presenta ora, ma era un
importante snodo in cui confluivano la contrada dei Fustagnai, quella
degli Orefici, la contrada di san Tommaso che andava a Como (ora via
Broletto) e il corso delle cinque vie (ora via Cordusio).
La
costruzione di via Dante, aperta nel 1888 sull'allineamento con il
castello Sforzesco, portò alla perdita di buona parte delle strade in
cui si svolge il racconto dell'assalto al palazzo del Vicario, e del
soccorso del gran cancelliere Ferrer. La chiesa di santa Maria Segreta
è stata demolita e ricostruita più in periferia vicino a via Ariosto.
Contrada degli Armorari, dove si pensa vi fosse l'Osteria della Luna
Piena, esiste ancora ed è lì dove Renzo passò la notte e dove il
mattino seguente cominciò la sua fuga verso Bargamo.
Il Duomo
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Il palazzo della Ragione in piazza Mercanti
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La carrozza di Ferrer e la casa del Vicario
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Renzo all'osteria della Luna Piena
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Le stampe e i disegni tratte dalla versione illustrata dei Promessi Sposi
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