Le variazioni nel '200 - la "Strada Regia"

 

Nel XII secolo la crescita delle forze produttive, dovette privilegiare i corsi di fondovalle, da qui l'affermarsi di nuovi centri e tracciati della via Francigena.

Il nuovo percorso si raccorda con la submansio de "le Bricciole", con un itinerario che prima di raggiungere la valle, si snoda per le colline che ne costituiscono lo spartiacque, con un raccordo che a nord porta ad un importante spedale: lo Spedaletto. Dopo Siena, ci si rende conto che nel XII secolo la via francigena prediligeva le località dei fondovalle d'Elsa. Dopo aver attraversato varie submansio si arriva alla valle San Genisio. Il nuovo tracciato, si sviluppa sulla destra della Staggia, poi alla confluenza di quest'ultima con l'Elsa; la via punta verso Castelfiorentino, dove l'Elsa viene attraversato per accordarsi col vecchio itinerario.

 Dopo San Genesio, il percorso continuava per Lucca e Luni. Lasciava quest'ultima la strada continua per il passo di Monte Bardone. L'itinerario prosegue in val di Taro per immettersi nella via Aemilia. Attraversato il Po si arriva a Vercelli, da qui per arrivare in Francia il re passò per la "vallem de Moriana" e proseguì per il passo di Montecenisio, poi per Torino e per val di Susa.
 

Il passo del Cenisio nel XII secolo fu sempre attraversato da uomini e merci che andavano verso le grandi fiere della Champagne. Il re Augusto perciò scelse la strada più comunemente usata, e ritenuta la vera strada per la Francia. Durante il XII secolo però, le variazioni delle strade furono più frequenti, le strade non di ruolo prendevano strade alternative per raggiungere centri di ristoro materiale e spirituale. La rete viaria serviva a collegare due centri abitati più che a rendere gli scambi più veloci possibili. Quando un itinerario prevaleva su altri, accadeva per cause ben diverse: cause naturali, operazioni di potere, dinamica dell'organizzazione socio-economica del territorio.