IL CAMPO DEI FIORI ED IL SACRO MONTE AL CENTRO DELLA VIABILITA' PREALPINA

sacromonte varese
La vetta del Sacro Monte di Verese con la torre degli Ariani, il monastero femminile cinto da mura ed il santuario

Il complesso naturale del Campo dei Fiori e dell'abitato di Santa Maria del Monte comprende cinque cime ed è compreso fra la val Cuvia, la valle di Brinzio o dell'Olona, la Valganna ed il lago di Varese.

Queste valli sono attraversate da itinerari che, un tempo, avevano un interesse economico e strategico enorme. Pensiamo in particolare alla strada Bergamo, Como, Varese, Laveno. L' itinerario toccava le pendici del Sacro Monte poco sotto la collina dove svetta la Torre di Velate e metteva in comunicazione la via Postumia (e quindi il nordest della penisola) con i valichi montani dell'area del Sempione (Monte Moro, Antrona, Sempione, Gries) raggiungibili dopo aver attraversato il Verbano da Laveno a Pallanza. Coincide approssimativamente con la Como Varese che dopo Malnate attraversa l'Olona, lambisce il castello di Belforte ed entra in città dalla castellanza di Biumo inferiore.


mappa san carlo
Mappa relativa alle visite pastorali di San Carlo Borromeo alla pieve di Varese nel 1567. In rosso la viabilità principale: da ovest a est la Laveno Como, più a sud la stada romana per Milano, a nord est pe strade per Ponte Tresa e per Porto Ceresio. A nord il Campo dei Fiori con il Sacro Monte. Oltre al lago di Varese, il lago Maggiore ed il Ceresio.

La variante Como, Novara e Vercelli collegava il Seprio con la Via Francigena ed i valichi del Gran San Bernardo, del Moncenisio, del Monginevro.
Non sappiamo con precisione chi abbia concepito queste opere che hanno contribuito ad urbanizzare il territorio Varesino. Si dice che fossero strade militari romane anche se non ci sono elementi certi per poter attribuire la loro paternita.


L'importanza dell' asse pedemontano che attraversa Varese non finisce qui. A Gemonio, dove sorge l'importante chiesa Romanica di San Pietro, la strada si diramava, come ora, attraverso la val Cuvia fino a Luino e Maccagno (porto di imbarco per risalire il Verbano e raggiungere la piana di Magadino e quindi Bellinzona). La presenza di un recetto fortificato ad Orino, in cui si chiudeva la popolazione della valle in caso di pericolo, lascia pensare che la val Cuvia fosse stata attraversata in varie occasioni anche da truppe provenienti da oltralpe.

Masnago
Il castello di Masnago
frascarolo
Il castello di Frascarolo
Belforte
Castel Belforte

A Varese, poi, la strada di origine romana proveniente da Milano proseguiva per la Valganna passando da Induno e dal castello di Frascarolo. Incontrata l'importante abbazia di Ganna, punto di sosta per viandanti e pellegrini e,  attraversato il fiume Tresa,  proseguiva per il Monte Ceneri e Bellinzona, porta per i valichi alpini del Gottardo del Lucomagno e del San Bernardino.

Si comprende quanto importante fosse Varese per i traffici transalpini potendo disporre di otto passi lungo tutto l'arco montano centro occidentale.
La città era cinta completamente da mura e da un fossato alimentato dal fiume Vellone ed era protetta da un sistema di sette castellanze e di almeno cinque castelli: a sud Bizzozzero sulla strada di Milano, ad est Belforte sulla stada di Como, a nord Frascarolo sulla strada per Ponte Tresa e ad ovest Masnago sulla strada di Laveno. Le torri di Velate, del Sacromonte e di Induno-Arcisate con il castello di Quasso al Monte completavano il sistema di avvistamento e difensivo. 

particolare
Varese cinta da alte mura e dal fossato alimentato dal Vellone con la viabilità principale e le strade per il Sacromonte prima della costruzione della via delle cappelle in rosso. 
Si nota verso Laveno il castello di Masnago, verso Como Belforte, verso il monastero (fortificato) di Ganna il castello di Frascarolo dove sembra sia nato San Carlo. A nord sopra Velate San Francesco in Pertica, Santa Maria del Monte e sulla vetta la torre degli Ariani.

Il complesso del Campo dei Fiori e del Sacro Monte, baricentrico rispetto a queste strade, è sempre stato nei secoli un punto di osservazione e di controllo privilegiato a cui si saliva in origine, seguendo la valle del Vellone, da Velate. Qui la presenza della torre di epoca romana sorta a guardia della strada pedemontana, del fiume Vellone ricco di acqua pulita tutto l'anno (le sue sorgenti poco sotto Santa Maria del Monte sono ancora rifornimento idrico por la città di Varese) e la sua posizione climaticamente favorevole fecero di questa località il sito ideale per un insediamento civile e militare e per la salita verso i punti di avvistamento e di controllo posti sulla montagna dove esisteva un'altra torre di guardia posizionata proprio sullo sperone roccioso del Sacro Monte e attualmente parte del monastero femminile di clausura. Questa torre è nota anche con il nome di Torre degli Ariani.

particolare
Santa Maria del Monte alla fine del 1500, a sinistra San Francesco in Pertica
cappelle
Il viale delle Cappelle in un dipinto del 1800

Il collegamento Velate-Sacro Monte diventò ancora più importante quando nel medioevo vennero fondati il monastero maschile di san Francesco in Pertica ed il monastero femminile vicino alla chiesa originaria di Santa Maria del Monte sopra Velate divenuta poi meta di pellegrinaggi e dal 1605 raggiungibile con la Via Sacra voluta dal frate cappuccino Giambattista Aguggiari.

La mappa topografica del territorio varesino riportata nel testo è stata disegnata in occasione della visita di San Carlo Borromeo alle pievi della Diocesi di Milano avvenuta nel 1567. Questo disegno, stilato con la tecnica della prospettiva a volo d'uccello con punto di vista posto a sud del lago di Varese, rappresenta le varie località con i suoi edifici più rappresentativi, le chiese, i campanili, i castelli, le torri, le case. Spesso l'orientamento degli edifici di culto è conservato ed il loro aspetto, a capanna, ci ricorda la sobrietà delle costruzioni romaniche.

Varese
Varese con cinque delle sue castellanze: Casbeno, Bosto, Giubiano, Biumo di sotto e di sopra.
Varese
In realtà la città aveva forma ellittica irregolare come risulta dalla mappa militare austriaca del 1700.

Varese ci appare nella sua migliore rappresentazione: un anello di alte mura circondato dal fossato alimentato dalle acque del Vellone con sei porte monumentali orientate nella direzione delle vie di comunicazione. Punto di passaggio obbligato, nodo, centro attorno al quale gravitano decine di località più o meno importanti. Poco fuori, a nord-est lungo la via per Ganna, Ponte Tresa ed il Gottardo, attira l'attenzione il castello di Frascarolo con le sue quattro torri angolari e, poco più a nord, l'imponente complesso dell'abbazia di Ganna che sembra protetta da una fortificazione . Sopra la montagna a nord della città e collegato con due strade uscenti da porte diverse, si osserva il grosso nucleo monastico di Santa Maria del Monte, costruito attorno alla chiesa con cupola cilindrica e protetto dalla torre degli Ariani che svetta alla sommità del monte. Poco lontano il monastero di San Francesco in Pertica.

lago

È incredibile quante informazioni possa dare questa carta da molti considerata un semplice schizzo e invece la più antica del territorio e la più bella della raccolta relativa alle visite pastorali di San Carlo. Si ritrovano tutte le strade principali, i corsi d'acqua e addirittura alcune notizie sull'economia dell'area bagnata dal lago di Varese che sembra trarre la sua prosperità anche da una piccola flotta di barche da pesca.

Velate si raggiungeva come ora con una breve salita da Casciago poco lontano dal castello di Masnago che controllava, assieme al castello di Belforte posto a est della città, la pedemontana. La mappa di San Carlo non riporta la torre, ora patrimonio del FAI, che probabilmente in quei tempi era ridotta ad un ammasso di macerie privo di importanza. Da Velate due strade risalivano la montagna: quella a destra del Vellone, raggiungeva l'attuale strada proveniente da Sant'Ambrogio poco sotto il nucleo di Santa Maria del Monte, quella di sinistra saliva al Monte San Francesco con la sua chiesa, presenza medioevale del monastero francescano ormai quasi completamente scomparso, dalla quale era poi possibile raggiungere facilmente Santa Maria del Monte.
Questa sembra che fosse la strada originaria per raggiungere i due monasteri e la torre degli Ariani.



La fitta vegetazione della valle del Vellone in forte pendenza sembra confermare il toponimo medioevale di "silva Rampegana" attribuito ai boschi a monte di Casciago e di Velate. L'ascesa era certamente impegnativa per i pellegrini e per chi portava giornalmente le vettovaglie al santuario "quotiens ibunt rampeguti per ecclesiam"  prima della costruzione del viale della Cappelle. Raggiunto il sito dello scomparso monastero di San Francesco in Pertica e le sorgenti del Vellone, l'ultimo tratto di salita arriva all'ingresso ed all'alto muro del Monastero femminile che sorge arroccato e protetto come un nido d'aquila nascondendo al suo interno la torre di osservazione dove si dice che Sant'Ambrogio sconfisse gli Ariani, ora trasformata in cappella.



Per approfondimenti sull'argomento si segnalano i seguenti studi:

aa.vv.
Itinerari di San Carlo Borromeo nella cartografia delle visite pastorali.
Edizioni Unicopli

P. Frigerio e P. G. Pisoni,
La macchina della pietà a Santa Maria del Monte di Velate
atti del convegno Medioevo in Cammino: L'Europa dei pellegrini Orta San Giulio, 1989

R. Perelli Cippo, Ricerche storiche sul borgo di Velate e sul santuario di Santa Maria del Monte in
età medioevale.
Nuova Rivista Storica 1972, pagg. 642,672

                                         
Febbraio  2022 - Dario Monti