LA "GERUSALEMME" DI SAN VIVALDO

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Nel ricco e variegato panorama dei Sacri Monti, quello di San Vivaldo è, per certi versi, un esempio a sé stante. Innanzitutto, la sua posizione geografica: a differenza della quasi totalità dei Sacri Monti, non sorge nell’area prealpina o alpina ma nel cuore di una regione, la Toscana, che non presenta altri esempi di Sacri Monti. Sembra addirittura una singolare eccezione, un piccolo ma prezioso gioiello artistico e religioso dichiarato monumento nazionale dal 1984.
Il complesso francescano di San Vivaldo si trova in Valdelsa, nel comune di Montaione, poco distante dal celeberrimo borgo medioevale di San Gimignano. Siamo ai confini della provincia di Firenze con quella di Siena, in un luogo solitario e silenzioso, immerso nel bosco della “Selva Camporena”.
Nell'area adiacente al Convento sorgono numerose cappelle e tempietti apparentemente disposti senza un ordine preciso. Alcuni sono stati edificati ai margini della via che conduce alla chiesa ed al monastero, altri, preceduti da scale di accesso, sorgono su piccole alture: le porte d’ingresso e le altre eventuali aperture sono perfettamente chiuse per cui non è possibile vederne gli interni.

Convento
cappelle
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Solo con la visita guidata è possibile visitare le cappelle del Sacro Monte conosciuto come “ la Gerusalemme” di Toscana.

La topografia del sito, infatti, a parte l’orientamento, rispecchia fedelmente quella di Gerusalemme. Dopo la conquista turca della Terrasanta, ricreare il percorso della Via Dolorosa in questo luogo che ben si adattava allo scopo per la sua configurazione geografica, significava permettere ai fedeli di compiere un vero e proprio pellegrinaggio che aveva un valore identico a quello del viaggio a Gerusalemme.

Ideatore e promotore di questo Sacro Monte fu un francescano, padre Tommaso da Firenze che trascorse gran parte della sua vita nel convento di San Vivaldo. Morto a Firenze nel 1534 fu probabilmente, prima del 1500, nell’isola di Creta e quindi in Terrasanta. Al suo ritorno, grazie al sostegno della comunità in cui viveva, riuscì a tradurre in opere l’idea di ricostruire a San Vivaldo i luoghi di Gerusalemme dove era stato pellegrino. Il progetto si ispirava al complesso di Varallo Sesia fondato nel 1493 per opera di Bernardino Caimi, superiore dell'Ordine di Palestina, con il quale probabilmente fra' Tommaso ebbe contatti.
Nel 1500, appena i Francescani si insediarono a San Vivaldo, iniziarono i lavori di costruzione delle cappelle. In circa trent’anni vennero portati a termine i 34 edifici ma, già nel 1516, Papa Leone X aveva emanato un “Breve” che concedeva ai pii visitatori un’indulgenza di sette anni per le 16 cappelle maggiori e di un anno per le 18 minori.

cena
sangiacomo
Tommaso

Attualmente le cappelle non sono esattamente tutte quelle originarie; alcune sono andate perdute, altre sono state aggiunte in epoche posteriori.
La visita prende avvio dal Monte Sion, ingresso alla città di Gerusalemme, dove sorgono le cappelle dell'Ultima Cena, della Pentecoste e dell'Incredulità di Tommaso.

Sopra un’altura che doveva ricordare il Monte Oliveto, si raggiunge la Casa di Pilato. E’ il primo edificio della Via Dolorosa: all’interno si trovano narrati, come in uno spazio teatrale ben congegnato, gli episodi della Flagellazione e del Cristo oltraggiato e deriso mentre nella loggia addossata è raffigurata la scena dell’Ecce Homo.

Ciò che in questa cappella, come in tutte le altre, è nascosto dall’esterno per motivi di sicurezza è, a dir poco, sorprendente. Ci si trova di fronte ad opere di notevole valore artistico e straordinaria espressività che sanno suscitare intense emozioni e forte coinvolgimento. Gli edifici sacri sono, infatti, ornati da pregevoli gruppi in terracotta e dipinti realizzati da artisti di scuola e tradizione robbiana del XVI secolo. Nelle esecuzioni di alcuni rilievi furono impegnate le botteghe di Giovanni della Robbia e dei maestri Benedetto Buglioni e Agnolo di Polo.

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In ogni cappella, grazie al realismo delle rappresentazioni, si rivivono con grande intensità episodi della vita e della Passione di Cristo. Il tempio dello Spasimo della Vergine, l’edificio più ampio del complesso, è una vera e propria chiesa dove i pellegrini possono sostare in preghiera per chiedere grazie alla Vergine e presentare i propri ex voto.

Tra i diversi edifici, domina l'elegante cappella della Salita al Calvario popolata da un lungo corteo di figure: il visitatore è coinvolto nell'azione processionale entrando dalla porta destra ed uscendo dalla sinistra.
Su un'altura che riproduce il Monte Calvario, sorge la cappella della Crocifissione finemente affrescata al di sotto della quale restano le tracce di un ambiente andato perduto riferibile, come a Gerusalemme, alla tomba di Adamo.


crocefissione

In un'edicola laterale, posta ad un livello inferiore per accentuare la drammaticità della scena, sono presenti le statue della Vergine, di San Giovanni Evangelista e delle Pie Donne che partecipano alla scena indicando verso l'alto Cristo crocefisso.
La cappella del Santo Sepolcro, fulcro della rappresentazione, è composta da un vestibolo absidato con la presenza della Maddalena e di S. Elena che immette nella camera sepolcrale del Cristo defunto. Sulla parete un affresco che ne illustra la deposizione.

Madonna
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sepolcro
deposizione

Dopo la sosta al Pozzo della Samaritana, si raggiunge il Convento che, pur avendo subito integrazioni successive, risale agli stessi anni in cui furono costruite le cappelle. Nell'attigua chiesa di San Vivaldo si venerano i resti mortali del santo a cui è legato il nome di questo luogo. Prima dell'arrivo dei francescani alla fine del XV secolo, qui sorgeva la chiesa di S. Maria in Camporena, sede di un antico culto locale legato alla figura dell'eremita Vivaldo, vissuto, secondo la tradizione, tra Duecento e Trecento e morto in solitudine in questo sito.


pozzo
chiostro
San Vivaldo

Il progetto Alla scoperta del territorio. Piccoli grandi musei rappresenta una valida opportunità per valorizzare l'originalità di questo luogo.

Le visite guidate sono organizzate dal Comune di Montaione.


Riprese fotografiche: Dario Monti                                               
Luglio  2022 - Rosalba Franchi