DOMODOSSOLA

 

Il colle di Mattarella, in passato baluardo fortificato dell'antica Oscella, è il luogo dove sorge il Sacro Monte Calvario di Domodossola. Alla sommità si giunge percorrendo in automobile la strada che, per chi proviene da Milano, si stacca dalla statale del Sempione prima dell'ingresso in città. Lungo il percorso si incontra la chiesa romanica dei santi Quirico e Giulitta con affreschi interni del XIV- XV secolo. In cima alla salita la seicentesca casa Stockalper ( che ospitò il barone vallesano negli anni dell'esilio) dove ha sede la Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario di Domodossola, istituita dalla Regione Piemonte nel 1991, e il complesso degli edifici sacri del Calvario. Comincia qui la parte finale di un percorso devozionale il cui inizio si trova più a valle, alla periferia della città.
La Via Crucis del Sacro Monte Calvario inizia infatti dove oggi sorge la chiesa della Madonna della Neve, tra i due Collegi Rosminiani. Un sentiero in acciottolato in mezzo al bosco di castagni, faggi e querce sale verso il colle di Mattarella sulla cui cima sono visibili i resti delle mura e del castello medioevale. Sul torrione centrale dell'antica fortificazione, distrutta nel 1415 dagli Svizzeri, è stata innalzata nel 1955 una croce luminosa in occasione del centenario della morte di Antonio Rosmini che fondò, proprio sul Sacro Monte, un Istituto religioso di formazione e spiritualità.

Con la caduta del castello, il colle di Mattarella fu per oltre due secoli lasciato in stato di abbandono finchè, nella seconda metà del 1600, questo luogo fu scelto per richiamare nei fedeli il ricordo del Monte Calvario e della Passione di Cristo. Così come era avvenuto per altri Sacri Monti piemontesi e lombardi (Varallo Sesia e Varese), anche a Domodossola determinante fu l'opera dei frati cappuccini. I Padri Gioacchino da Cassano ed Andrea da Rho del convento di Domodossola furono i primi a proporre la realizzazione del Sacro Monte Calvario durante le predicazioni della Quaresima del 1656. Il progetto ottenne immediatamente il favore e l'impegno economico della Comunità ossolana. Al giureconsulto Giovanni Matteo Capis fu affidato, sin dall'inizio, il ruolo di promotore della fabbriceria.
La scelta del luogo cadde sul colle di Mattarella, roccaforte contro le invasioni straniere assunto ad ideale baluardo della fede cristiana. Lungo il percorso della Via Crucis vennero allora piantate delle croci sui siti ove si sarebbero innalzate le cappelle. Nel 1657 fu redatto un disegno complessivo e costruito un arco monumentale d'ingresso presso la porta meridionale del borgo ( l'arco fu abbattuto nell'Ottocento). Il giorno 8 luglio 1657 fu posta la prima pietra del Santuario del Crocefisso, nel 1662 veniva innalzato sopra l'altare il monumentale Crocifisso realizzato da Dionisio Bussola, scultore milanese che fu attivo, per circa tre decenni, nei Sacri Monti di Domodossola, Varallo, Orta, Varese e Galliate. I progetti del Calvario vengono attribuiti a Tommaso Lazzaro di Val d'Intelvi; a lui si deve presumibilmente anche la realizzazione di un nuovo convento dei cappuccini di cui oggi, lungo il percorso, restano solo i ruderi in mezzo alla vegetazione.

La costruzione delle cappelle con la raffigurazione delle scene della Passione conobbe alterne fasi costruttive, dal XVII al XIX secolo. Nel 1658, dopo aver visitato il colle e visionato il progetto complessivo, fu lo stesso vescovo di Novara, Mons. Giulio Maria Odescalchi, a raccomandare la piantumazione del sito e la definizione dei Misteri della Passione da raffigurare nelle cappelle.
Negli anni tra il 1660 e il 1694 furono costruiti anche l'Oratorio della Madonna delle Grazie per custodire un affresco quattrocentesco della Madonna con Bambino ritenuto miracoloso ed un modello della Casa di Loreto, annessa all'oratorio stesso.
Dionigi Bussola, che fu uno dei maggiori protagonisti della fase iniziale dei lavori, realizzò numerose sculture per le cappelle; a lui si sostituì successivamente il Rusnati a cui si affiancò l'opera dei fratelli Antonio e Domenico Perini provenienti dalla val d'Intelvi , il pittore Giovanni Sanpietro, il frescante Lorenzo Peracino, l'architetto ed imprenditore Pier Maria Perini.

Con la soppressione degli ordini religiosi e la cacciata dei cappuccini nel 1810, il Sacro Monte attraversò un lento declino sino all'arrivo di Antonio Rosmini che seppe riportarlo a nuova vita con la fondazione dell'Istituto di Carità, ubicato nelle immediate vicinanze del Santuario.
Attualmente , dopo alcune ricostruzioni e rifacimenti avvenuti negli anni Cinquanta, il percorso tocca quindici cappelle che rappresentano i Misteri della Passione. Gesù incontra Pilato nella prima cappella e nelle successive si svolge il suo cammino verso il Golgota, le cadute, gli incontri con la Madre, il Cireneo, la Veronica, le Pie donne. L'undicesima cappella, di grande interesse per la sua originale struttura architettonica particolarmente scenografica, rappresenta la Crocifissione. Le opere plastiche sono del valsesiano Giovanni Luca Raineri mentre gli affreschi del 1780 sono dei fratelli lombardi Giuseppe Giovanni e Antonio Tonicella. La dodicesima e la tredicesima cappella che raffigurano Cristo spirante sulla Croce e la Deposizione, sono all'interno del santuario. Le statue, opera del Bussola, sono di notevole espressività e valore artistico. Alla cappella quattordicesima, detta del Sepolcro, si accede con una scala esterna al Santuario; è ricavata nelle fondazioni dell'edificio per simulare una grotta in cui sono state collocate le statue di Dionigi Bussola. In essa fu sepolto Giovanni Matteo Capis, figlio del primo storico dell'Ossola, "grande benefattore fondatore del Calvario" così come recita la sua lapide.

La Quindicesima cappella o del Paradiso è una particolarità di questo Sacro Monte: sorge infatti, isolata, poco più in alto del santuario. La scena della Resurrezione rappresentata è spettacolare e grandiosa: le nove statue in cotto, opera del Rusnati, raffigurano Cristo sfolgorante in una nuvola da cui si sprigionano raggi dorati. Negli affreschi alle pareti Cristo appare agli Apostoli e ai discepoli di Emmaus.
L'ampia cupola fu affrescata da Giovanni Sanpietro.

La visita al Sacro Monte Calvario è possibile tutto l'anno. Per inf.: Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario di Domodossola, tel. 0324 241976; Istituto Rosminiano S. M. Calvario 0324 242010



 Rosalba Franchi - 2002