Dal sito: Associazione Internazionale via Francigena
La Via Francisca del Lucomagno, risalente al periodo della Retia
Romana, conobbe, in quanto carrabile un traffico molto intenso in
particolare dal VII-VIII al XII sec., allorché i Walser costruirono un
ponte, che permetteva di utilizzare il percorso più diretto, seppure
più difficile, del passo del San Gottardo.La Via del Lucomagno è
fondamentale per la storia della Chiesa e dell’Europa, poiché ricorda
tutti i concili di Costanza ove si recavano pontefici, vescovi di tutta
l’Europa.
Mentre san Colombano proseguiva per l’Italia e muore a Bobbio (615), il
suo discepolo Gallo fonda il celebre monastero di San Gallo. Il passo
era controllato dall’abbazia di Disentis.
Dopo la conquista dell’arco alpino (Augusto, 15 a.C.), la Rezia,
provincia dell’impero romano, diventa parte della prefettura d’Italia
(IV sec.), con Coira capitale e, contemporaneamente, prima sede
vescovile a nord delle Alpi sotto la giurisdizione dell’arcidiocesi di
Milano. Dopo la conquista da parte dei Franchi (797), il territorio
divenne parte del Sacro Impero romano-germanico, avendo come principali
vassalli in Retia il vescovo di Coira e l’abate di Disentis, riccamente
beneficiati da Ottone I (X sec.), con sede imperiale a Pavia (già
capitale longobarda).
Da qui passarono nell’anno 1007, per incontrarsi con l’Imperatore,
l’abate Winizio di S. Salvatore (in provincia di Siena) e il vescovo di
Coira. Al loro rientro in Germania, gli imperatori Enrico II (1004) e
Federico Barbarossa (1162) soggiornarono nel castello di Grumo, di cui
rimangono alcune vestigia sulla strada cantonale a Gravesano nei pressi
di Agno-TI.
Fino al 1846 (anno della costruzione del ponte di Melide), la Via
Francisca del Lucomagno rappresentava la via più diretta da Milano per
raggiungere Basilea o Costanza, attraversando il fiume Tresa a Ponte
Tresa (lo stesso ponte passato dai Franchi nel 697, prima della
battaglia contro i Longobardi).
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