San Pietro al monte di Civate

Rosalba Franchi & Dario Monti  2014

Civate

San Pietro al Monte si raggiunge salendo dal borgo di Civate (Lecco), località posta su un'altura di fronte al lago di Annone ed al monte Barro. Fin dal periodo di dominazione romana Civate controllava i traffici lungo la strada pedemontana che da oriente, attraverso Aquileia e Verona, Brescia, Bergamo e Lecco, portava ai valichi alpini occidentali passando per Como, Varese e Novara.

Percorrendo a piedi un'erta mulattiera, in circa un'ora di cammino, si raggiunge la radura erbosa ove sorgono la basilica di San Pietro e l'oratorio di San Benedetto alle pendici del Monte Cornizzolo, un tempo chiamato Pedale. La storia del complesso monastico affonda le sue radici in un'antica leggenda che attribuirebbe la fondazione della primitiva basilica ad un miracolo accaduto ad Algiso, figlio del re longobardo Desiderio.

Certo è che nel IX secolo il monastero di San Pietro al Monte ebbe un ruolo importante nella storia imperiale e monastica dell'epoca. Nei secoli l'abbazia mantenne salda la sua alleanza con l'impero: forse fu proprio la fedeltà al Barbarossa una delle cause della distruzione delle parti abitative del complesso dopo la sconfitta dell'imperatore a Legnano. Il monastero fu lentamente abbandonato e perse la funzione di sede principale dell'abbazia dopo la fondazione nel borgo di Civate del monastero di San Calocero. Nel XVI secolo vi dimorarono i monaci Olivetani fino alla soppressione dell'ordine in età napoleonica.

La basilica che oggi possiamo ammirare stupisce per la sua bellezza architettonica e decorativa. Un ampio scalone conduce al portale d'ingresso su cui compaiono le figure di san Pietro e san Paolo a cui la chiesa è dedicata. All'interno il fedele è accolto nella chiesa dei penitenti da due santi papi: San Marcello e San Gregorio Magno che, idealmente, sembrano raccogliere l'eredità di Pietro e Paolo. San Gregorio fu benedettino e convertì al cattolicesimo i popoli germanici prima di salire al soglio pontificio mentre San Marcello è ricordato nei testi del Medioevo come colui che riaccolse all'interno della Chiesa dei fedeli scismatici.

La ricchezza delle cappelle dell'ingresso e la straordinarietà degli affreschi tra i quali, per la vivacità della rappresentazione, si impone la narrazione dell'Apocalisse, testimoniano un momento di grande splendore per la basilica. Nel 1093, infatti, l'arcivescovo di Milano Arnolfo III la elesse a sua sede durante l'esilio e la scelse come luogo della sua sepoltura.

Proprio a questo periodo potrebbe riferirsi il monumentale ciborio accostabile a quello della basilica di Sant'Ambrogio a Milano. La particolarità della simbologia e dei temi teologici rappresentati oltre alla pregevole fattura artistica lo rendono uno degli elementi più rilevanti della basilica. Accanto ad esso merita attenzione la fine decorazione plastica degli stucchi che ornano i parapetti e la cripta, senza dubbio la parte più antica dell'edificio.

Dell'antico monastero fortificato addossato alla chiesa ora rimangono solo alcuni resti riferibili ad epoche successive che, però, permettono di individuare l'originaria ubicazione del massiccio manufatto. Gli attuali edifici, seppur costruiti in epoche più recenti, nelle parti più antiche, sono addossate al fianco della montagna.

Di fronte alla Basilica di San Pietro sorge l'oratorio di San Benedetto. Di dimensioni più ridotte rispetto a San Pietro presenta elementi tipici dell'architettura romanica. L'interno è spoglio, privo di decorazione pittorica o plastica; alcuni resti di affreschi realizzati in epoca successiva alla costruzione dell'oratorio compaiono solo sulla parete posta dietro un pregevole altarino decorato su tre lati. Sul fronte è rappresentata una deesis che richiama le raffigurazioni bizantine.

Già dalla fine dell'Ottocento il complesso di San Pietro è stato oggetto di attenzione e ricerche da parte degli storici dell'arte ma solo a partire dagli anni Trenta sono incominciati i lavori di restauro.

Gli Amici di San Pietro al Monte dal 1975 si occupano della cura e della manutenzione di questo straordinario complesso abbaziale permettendone la visita il sabato e la domenica.


Per saperne di più: Carlo Castagna Un monastero sulla montagna a cura degli Amici di San Pietro


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