IL PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA
Il "viaggio religioso" - la frequentazione dei luoghi
in cui il Divino si è in qualche modo manifestato - è
un fenomeno diffuso in molte culture, con basilari elementi comuni:
il distacco dalla vita ordinaria, un impegnativo itinerario di
avvicinamento al "santuario", la celebrazione di particolari
riti.
La tradizione ebraico-cristiana è caratterizzata dalla
natura storica dell'esperienza di Dio, il quale si manifesta
attraverso luoghi, fatti, persone... collocabili nel tempo e
nello spazio.
Il pellegrinaggio, quindi, acquista una decisa valenza "memoriale":
ci si reca nei luoghi in cui si è attuato l'intervento
divino, nella convinzione che il ricordo di quegli eventi renda
possibile vivere con speciale intensità il contatto con
Dio. Da questo punto di vista, la Terra Santa ha per i cristiani
un valore unico, legato all'avvenimento dell'incarnazione, morte
e risurrezione di Gesù di Nazaret. Nella sua persona,
infatti, Dio stesso si è reso presente tra gli uomini,
abitando un luogo e uno spazio ben definiti, per attuare la salvezza.
Sin dal finire del III secolo, i cristiani hanno preso a viaggiare
per la Palestina, nel desiderio di conoscere la terra del Redentore,
vedere le località narrate dai Vangeli e pregare nelle
forme particolari che la liturgia era andata assumendo nei luoghi
stessi in cui gli eventi celebrati erano accaduti.
Egeria, già nel IV secolo, fornisce un'accurata descrizione
del culto cristiano in Gerusalemrne, i cui riti risultano profondamente
influenzati dalla topografia della Città Santa.
A partire dal VII secolo, con l'invasione persiana e - soprattutto
- con la dominazione islamica, il pellegrinaggio in Palestina
ha conosciuto alterne vicende, con periodi di chiusura e altri
di sostanziale tranquillità. Il flusso non si è
però mai del tutto interrotto, conoscendo nel secondo
dopoguerra una crescita senza precedenti, anche per la sistemazione
dei luoghi santi (con scavi e nuovi spazi di culto) attuata soprattutto
dai Francescani della Custodia di Terra Santa.
Non è mancata, in seno al cristianesimo stesso, la critica
al pellegrinaggio nei luoghi di Gesù (Origene, Erasmo,
Lutero...), in nome dei rischi di devozionalismo che tale pratica
porterebbe con sé, e soprattutto della preminente natura
spirituale del rapporto con Cristo. In realtà, recarsi
oggi nei luoghi della vicenda storica di Gesù di Nazaret
e della prima comunità costituisce - per tutti, credenti
e non - un'opportunità tra le più preziose per
confrontarsi con la dimensione storica della fede cristiana.
Come scriveva qualcuno, non si può tornare dalla Palestina
con il dubbio che il cristianesimo sia una favola.
La fede, poi, richiede un passo in più.
La guida propone di percorrere l'itinerario
da Acri a Gerusalemme in undici tappe, e quello da Gerusalemme
a Giaffa in quattro tappe. In appendice, la via da Gerusalemme
a Betlemme. Il percorso collega i maggiori santuari della Terra
Santa, rifacendosi alle narrazioni degli antichi pellegrini e
agli stessi spostamenti di Gesù.
La lunghezza e la difficoltà di ciascuna tappa sono diverse;
si offrono anche alcune varianti, soprattutto per facilitare
la visita ai luoghi santi ed evitare tratti di strada trafficata.
È ovviamente possibile suddividere ulteriormente le tappe
o accorparle: ciò dipende dal tempo che dascuno ha a disposizione.
Per ciascuna tappa vengono riportate
le seguenti informazioni:
- una descrizione sintetica iniziale;
- una descrizione dettagliata dell'itinerario, correlata con
la cartografia;
- l'indicazione delle più interessanti località
da vedere (Visitandum est);
- l'indicazione delle strutture di ospitalità disponibili
lungo il percorso;
- alcune dtazioni per collegare i luoghi agli eventi biblici
in essi accaduti (Memorie bibliche);
- eventuali approfondimenti inerenti alle località attraversate.
Estratto dal libro:
A PIEDI A GERUSALEMME
350 chilometri di cammino in Terra Santa
di Paolo Giulietti
ed. Terre di Mezzo
prezzo: 17€ |