VERSO IL PASSO DI SAN BERNARDINO

 

S. Bernardino è una località nota ai lombardi soprattutto perché meta di escursioni invernali. Assieme a Splugen infatti, è frequentata dagli sciatori dell'Altomilanese e del Varesotto per le piste sci da fondo e discesa. Il passo di San Bernardino separa i due villaggi posti l'uno in Val Mesolcina, l'altro nella Rheinwald, la valle del Reno inferiore. In inverno l'autostrada permette comodamente ed in poco tempo di raggiungere S. Bernardino e superare il valico per arrivare a Splugen. La vecchia strada del Passo rimane infatti chiusa in questa stagione. Da giugno a fine ottobre è invece generalmente aperta. Proprio in uno di questi mesi si può allora approfittare per percorrerla sino al di là del passo soffermadosi nei villaggi che essa attraversa.

 

Villaggio di Splugen in un'acquatinta del 1825

 


La strada del S. Bernardino mette in comunicazione il capoluogo del Ticino, Bellinzona, con Coira, capoluogo dei Grigioni. Già praticata in epoca medioevale, questa via cominciò ad essere percorsa con maggiore regolarità dopo che le strette gole della Via Mala tra Splugen e Thusis furono aperte al normale transito delle some intorno alla metà del 1400. L'iniziativa dei signori feudali della valle del Reno e delle comunità valligiane favorirono in tal modo i traffici mercantili di sale, spezie e manufatti attraverso le Alpi. A Splugen confluivano le merci provenienti da Bellinzona e da Chiavenna attraverso il Passo dello Spluga. Alla dogana i mercanti pagavano il dazio i cui proventi nel XVI secolo costituirono un ingente fonte di reddito feudale per i Principi di Trivulzio. Le strade del San Bernardino e dello Spluga nel XVI e XVII secolo furono intensamente sfruttate per i commerci. La prima assunse una importanza politica particolare dopo il Congresso di Vienna che, nel 1815, mutò i confini tra gli stati nelle Alpi centrali. La via del S. Bernardino infatti, permetteva di aggirare le dogane austriache poste sulla nuova strada dello Spluga costruita per volontà del governo asburgico. Tra il 1818 e il 1824 il canton Grigioni rese quindi carrozzabile la strada del S. Bernardino, l'unica che permettesse, dalla valle del Reno, di raggiungere gli Stati piemontesi rimanendo in territorio elvetico.

 

Mappa della strada del San Bernardino

 


Punto di partenza del nostro itinerario automobilistico è Bellinzona su cui svettano le torri e la cinta merlata dei castelli di S. Michele o Castel vecchio, del castello Montebello e Corbarolo. La presenza di queste possenti strutture testimonia l'importanza strategica di questa città nella storia; non a caso il suo dominio fu lungamente conteso tra Como, Milano e i cantoni svizzeri finché nel 1503 la città ed il Ticino furono definitivamente assegnati ai Confederati.
E' da qui che si dirama la strada statale che, percorrendo la Val Mesolcina, conduce ad attraversare le Alpi al Passo di S. Bernardino.
Lasciata Arbedo, luogo che ha dato il nome alla battaglia del 1422 nella quale i Milanesi capeggiati dal Carmagnola sconfissero i Confederati, ci si inoltra in questa valle solcata dal fiume Moesa appartenente al Canton Grigioni ma di lingua italiana.
Punteggiano il percorso scorci, panorami e rilevanze monumentali di tutto rispetto. A San Vittore la collegiata del XIII secolo, a Roveredo la parrocchiale di S. Giulio, a Grono la medioevale Torre Fiorenzana. Quando la valle si restringe tra le pareti rocciose appaiono numerose cascate tra le quali quella della Buffalora (a sinistra, poco prima di Soazza) è la più maestosa.
Soazza è preannunciata dalla parrocchiale di S. Martino posta in posizione elevata rispetto alla strada che percorriamo. Per raggiungere il centro del grazioso centro occorre infatti salire rispetto alla statale.
Nella parte più alta dell'abitato, sorge il seicentesco ospizio per i viandanti. La torretta centrale con la campanella rimanda il pensiero ad epoche lontane in cui le campane servivano per richiamare i pellegrini dispersi.
Da Soazza compaiono, in lontananza, su uno sperone roccioso, le rovine del castello di Mesocco del XI-XII secolo. Un sentiero, a lato della statale, permette di salire sull'altura in cui, accanto alle rovine del castello, sorgono i resti di una chiesa coeva di cui è rimasto il campanile romanico. Siamo in un luogo di indubbia suggestione dove lo sguardo si apre ad una ampia vista sulla valle e le montagne circostanti. Molti pittori e viaggiatori stranieri dell'Ottocento, attraversando questo punto della valle, hanno lasciato immagini e schizzi di questo luogo.

 

Mesocco Facciata della chiesa di S. Maria al Castello

 


Ai piedi del castello è notevole anche la chiesa di S. Maria del Castello (XII) la cui facciata è dominata dalla rassicurante figura di S. Cristoforo. Nella parte bassa dell'affresco numerose incisioni e scritte in gotico, documentano, seppur in un modo per noi oggi piuttosto discutibile, il passaggio di pellegrini e viandanti dei secoli passati.
Dopo Mesocco la strada comincia a salire con ripidi tornanti per raggiungere il verdeggiante Piano di S. Giacomo e quindi il villaggio di San Bernardino dove sorge, alle spalle della più moderna chiesa, la quattrocentesca cappella di S. Bernardino. Nell'abitato fu fondato il primo ospizio nel 1467 da parte di Enrico di Sacco, signore di Mesocco che stabilì la presenza di due monaci incaricati di assistere i viaggiatori e curare la manutenzione di strade e ponti.
"La strada da Mesocco a S. Bernardino è deliziosa" scrive negli ultimi decenni dell'Ottocento l'inglese Samuel Butler in viaggio sulle Alpi e nel Canton Ticino. Con nostra sorpresa egli annota anche che nei boschi sopra San Giacomo ci sono alcuni orsi "ne conoscevano cinque, padre, madre e tre orsacchiotti, ma due sono stati uccisi. Fanno dei gran danni e il cantone assegna un premio a chi li distrugge. I Grigioni sono il solo cantone svizzero dove ci sono ancora orsi"
Di San Bernardino villaggio Butler scrive che, a fine Ottocento, era un luogo termale di moda in cui d'estate affluivano "due o tremila persone specialmente della regione del Lago Maggiore e anche di Milano" . La notorietà del luogo era dovuta soprattutto alla presenza di una benefica fonte ferruginosa esistente tuttora.

 

Cappella di S. Bernardino nell'omonimo villaggio

 


La strada risale ad ampie svolte verso il Passo di S. Bernardino posto a 2065 metri di altitudine. L'ospizio attuale che assomiglia ad una fortificazione, è del 1820; accanto ad esso il laghetto di Moesola con tre isolotti. La vista spazia sul massiccio dell'Adula e i suoi ghiacciai e sul Pizzo Uccello da cui l'antico nome di Monte Uccello per designare il San Bernardino.
La discesa dal passo immette nella Rheinwald o valle del Reno Posteriore. A fondovalle la statale incrocia l'uscita della galleria autostradale di circa 6,5 chilometri realizzata tra il 1961e il 1967.
Per proseguire è conveniente imboccare l'autostrada poiché la statale è molto stretta e raccomandata soprattutto come percorso ciclabile.
Splugen è a pochi chilometri. La parrocchiale seicentesca è in posizione elevata rispetto all'abitato anticamente dominato dal castello del XIII secolo di cui ora sopravvivono solo alcuni resti in margine al villaggio. Nella piazza centrale l'albergo della posta e, poco più in alto, il settecentesco palazzo Von Scharsch che ospita un interessante museo locale. In esso sono raccolte preziose testimonianze su viaggi e viaggiatori nella valle del Reno e attraverso i valichi dello Spluga e del S. Bernardino. In bella mostra sono esposte immagini delle vecchie stazioni di posta, esempi di antichi mezzi di trasporto usati per attraversare i passi, indumenti ed attrezzatura occorrente per il viaggio attraverso le montagne.
Un prezioso spaccato di vita del tempo passato che non lascia indifferente neppure il turista frettoloso di oggi. Splugen era nei secoli passati un vivace luogo di passaggio di persone e merci. Nella locanda o nell'albergo della posta i viaggiatori ed i mercanti sostavano per riposare la notte o per il cambio dei cavalli prima di intraprendere la salita dei passi del San Bernardino o dello Spluga oppure dopo avere superato i valichi alpini. L'animazione del villaggio e del ponte sull'Hinterrhein, percorso giornalmente nelle due direzioni dai carri per il trasporto delle merci, è ben documentata in molte incisioni e rappresentazioni pittoriche ottocentesche.

Rosalba Franchi

INVITO AL VIAGGIO ed alla LETTURA

L'itinerario che da Splugen conduce a Coira è ricco di bellezze naturalistiche e testimonianze artistiche di notevole rilievo. La cascata della Rofla, le gole della Via Mala, la cosiddetta "cappella Sistina" delle Alpi a Zillis, la chiesa di S.Giorgio a Rhazuns solo per ricordare le più sorprendenti. Lungo il percorso anche gli Alberghi della Posta, significativa testimonianza della storia dei trasporti nei secoli passati.

I racconti di Samuel Butler sulla Val Mesolcina ed il Canton Ticino sono stati pubblicati nel volume ALPI E SANTUARI DEL PIEMONTE E DEL CANTON TICINO edito da Piemme

Dicembre 2004 - Rosalba Franchi