La strada antica da Belgirate a Stresa

mappa

"Da Lesa a Belgirate è un dilettoso passeggio di dodici minuti in margine al lago, e fra siepi di melaranci, di ortensie e rose. Una continuata serie di eleganti ville, di sontuosi giardini, di pulite case dai terrazzini e balconi gremiti di oleandri, di garofani, di verbene, e più altre specie di fiori ...."

"Uscendo da Belgirate alla volta di Stresa corresi un tratto di via, a mano manca stagliato pressoché tutto a punta di scalpello sui fianchi di scistoso dirupo, a destra sostenuto da forti muraglie, basate sul letto del lago in guisa da rendere immagine d'un prolungato terrazzo..." 

Così il Boniforti nel 1870 descriveva in poche righe questo tratto della strada del Sempione che, con ingenti opere di ingegneria, permetteva da pochi anni di seguire la costa del lago senza dover salire di quota di quasi duecento metri come la preesistente mulattiera il cui itinerario iniziava alle spalle del centro di Belgirate e correva per qualche centinaio di metri verso nord parallelo al tracciato della ferrovia. La mappa dell' IGM in scala 1/25000, rilevata nei primi decenni del 1900, indica ancora il tracciato originale che ora, in parte asfaltato, corre fra ville di pregio e case rurali sul pendio a mezza costa un tempo coltivato a vigneto o a castagneto. Il percorso originale è indicato in rosso sulla cartografia.

Attraversata la ferrovia sotto un alto ponte in muratura, si sale rapidamente in direzione della frazione Falchetto senza raggiungerla. L'asfalto termina e si entra in un bel bosco di castagni che conserva per quasi due chilometri il fascino e la fatica della vita agreste di due secoli fa. Una casa abbandonata adiacente alla strada conserva un bell'affresco con al centro la Madonna con il Bambino, san Giuseppe a destra e, a sinistra, un vescovo con la tiara.

cappelle

Si attraversa un piccolo corso d'acqua su un semplice ponte e si continua il cammino a mezza costa protetti da un muro di contenimento a secco. A destra, fra la vegetazione, si scorge il lago.

muro

La mulattiera prosegue ancora in salita. Una cappelletta compare incastonata fra i sassi. Di nuovo la Madonna con Gesù fra gli angeli in un affresco di buona fattura e, su un risvolto, lo stesso vescovo del precedente dipinto murale. Una scritta poco leggibile indica che è Sant'Albino.  La strada per Stresa, come tante altre strade antiche delle Alpi che hanno una dedica, è anch'essa un percorso devozionale molto antico come vedremo più avanti.

cappelletta 1

particolare

Un vigneto tenuto dagli allievi di un istituto professionale si apre con qualche campicello alla sommità del tracciato.

vigneto

Si rientra nel bosco, ora si cammina in leggera discesa su un fondo ben selciato. Una nuova cappelletta si apre a destra ancora dedicata al santo la cui identità è molto discussa visto che sono tredici con lo stesso nome.
Ma qui non ci sono dubbi: in piemonte, a Vercelli per l'esattezza, Sant'Albino figura nel catalogo episcopale della città al quinto posto dopo sant'Eusebio, fondatore della diocesi.
Albino divenne vescovo nel 452, anno in cui le orde barbariche dei Goti di Alarico e degli Unni di Attila attraversarono e devastarono la città. A lui toccò di ricostruire la cattedrale, che era stata edificata per iniziativa dell’imperatore Teodosio il Grande nel luogo della sepoltura del protovescovo Eusebio.

cappella 2

Qualche centinaio di metri più avanti si scorgono le mura del cimitero delle frazioni di Magognino e di Brisino. Una chiesa romanica, anch'essa dedicata a Sant'Albino, sorge all'interno del cimitero. E' aperta solo raramente. Non esiste una documentazione precisa ma sembra che la costruzione risalga al 1151 e che contenga affreschi del XIV secolo.

chiesa


Inizialmente fu costruita una cappellina sull'area occupata dall'attuale navata destra: una porta con architrave e spallette in sasso, ora murata, suffraga quest’ipotesi. L'affresco, portato alla luce nel 1963, è un'altra conferma dell'esistenza primitiva della cappella, infatti la sua collocazione è completamente decentrata nei confronti della parete attuale. Non è un affresco a muro: fu affrescato su un masso erratico, previa lisciatura e preparazione accurata del fondo. Il masso era già stato adattato a edicola, in mezzo alla campagna, primo segno della pietà e centro di devozione religiosa.
Quando la popolazione decise di costruire la prima capellina, il masso, contrassegnato da qualche simbolo religioso, fu  incorporato e collocato nel posto preminente, quasi pala d'altare, testimonianza della loro fede.
Alla prima occasione lo fecero affrescare da un maestro comacino di passaggio che, interpretando i desideri e la fede della popolazione, rappresentò la Madonna in trono. Il bambino, in braccio alla Madre, tiene fra le dita un rosolaccio: il fiore, comunemente detto papavero, accendeva i campi di segale che, a chiazze, indoravano il pendio e soprattutto Le Piane.

albino
Sant'Albino nella lunetta sopra al portale di ingresso alla chiesa.

"Si ignora l'anno della costruzione della Chiesa. Nel dodicesimo secolo si decise di ampliare la cappellina e tutti i residenti diedero il loro contributo di lavoro e di impegno, comprese le donne e i bambini; alla metà del Trecento la Chiesa era già catalogata nei registri.
E' quasi certo che fu usata anche come lazzaretto: a ricordo rimane una cappella aggiunta a metà della navata destra e dedicata a S. Carlo, il Santo che, per la sua instancabile opera di misericordia fu chiamato «padre dei poveri». Là anche chiamato il Santo della peste per la personale dedizione durante la terribile peste del 1576."  (dizionario dei comuni del regno d’Italia  ed. Vallardi,  Milano)

Brisino

La strada diventa asfaltata e perde decisamente il fascino originale. Si attraversa il centro di Brisino poi, in discesa, si raggiunge il collegio Rosmini ed infine Stresa.

L'itinerario, è descritto anche da:
http://www.escursionando.it/Anno%202014/Descrizione%20itinerari%202014/Stresa.htm
http://www.estmonterosa.it/itinerari/elenco-itinerari/37-l02-stresa-belgirate.html


30 ottobre 2014  -  Monti Dario