Considerato
un monte orfano per la sua posizione isolata, il Monte Barro,
attorniato dai laghi di Annone, Garlate e dal ramo lecchese del Lago
di Como, è un luogo che sorprende per la ricchezza naturalistica,
storica e culturale.
L'ambiente
naturale è di particolare valore per l'elevata biodiversità e le
molteplici specie di flora presenti: la pulsatilla montana, che
compare nello stemma del Parco del Monte Barro, è stata scelta come
fiore simbolo. La localizzazione lungo una delle rotte migratorie
degli uccelli ha reso quest'area anche un luogo privilegiato per lo
studio dell'avifauna. La
realizzazione di alcuni percorsi botanici guidati e la creazione
della Stazione ornitologica sperimentale di Costa Perla hanno
valorizzato e reso fruibile queste particolarità del luogo,
costituitosi come Parco Regionale nel 1983.
Negli
anni successivi il Monte Barro è stato oggetto di campagne di scavi
archeologici che hanno portato alla luce, ai Piani di Barra, i resti
di un castello di età gota (V- VI secolo) di cui sono stati
riconosciuti un sistema difensivo ed un'area abitata. Sono stati
ritrovati i resti di dodici edifici di cui uno, di dimensioni
maggiori, potrebbe essere ricondotto all'abitazione del capo
villaggio. Distrutto attorno alla seconda metà del VI secolo,
l'insediamento è oggi visitabile liberamente seguendo un percorso
guidato da pannelli esplicativi. Nelle immediate vicinanze,
percorrendo il Sentiero delle torri, si possono osservare i resti
delle mura di fortificazione e delle antiche torri di guardia. Poco
più a monte, in località Eremo, è visitabile (mercoledì
pomeriggio, sabato e domenica) l'Antiquarium dove sono esposti i
reperti rinvenuti nel corso degli scavi archeologici.
Numerosi
sono i sentieri che permettono di scoprire tutta l'area attorno al
Monte Barro fino a raggiungerne la vetta: una efficace segnaletica e
numerosi pannelli esplicativi indicano con precisione i diversi
percorsi che l'attività di numerose associazioni di volontari cura e
mantiene nel tempo. Alcune aree attrezzate per il ristoro ed il gioco
dei bambini rendono il luogo particolarmente frequentato soprattutto
in estate.
Ai
Piani di Barra ed all'Eremo si può arrivare in auto percorrendo la
vecchia carrozzabile (la domenica il traffico è limitato ed il
servizio è assicurato da una navetta in partenza da località
Fornaci) ma la via più consona resta l'antica mulattiera che da
Galbiate, in poco più di un'ora, permette di raggiungere la chiesa
di Santa Maria al Monte Barro.
Pur non essendoci dati certi sulla sua
origine, già nel XIII secolo è documentata la presenza di una
chiesa dedicata a San Vittore. Tra 1400 e 1500 l'edificio fu ampliato
e, in seguito ad un fatto miracoloso, fu intitolata alla Beata
Vergine. Secondo la tradizione alcune persone, intenzionate a portare
a valle la statua della Madonna persero la vista: per riacquistarla
furono costretti a deporre l'effigie sacra lungo il sentiero, presso
un macigno sporgente dove oggi sorge l'edicola della Madonna detta di
Infra. Davanti ad essa sostano i pellegrini per pregare oppure
chiedere la guarigione di una parte del corpo appoggiandola alla
roccia taumaturgica. Nella chiesa (attualmente chiusa per restauri
perchè colpita da un fulmine) un medaglione affrescato ricorda
l'evento prodigioso mentre il simulacro della Madonna è racchiuso in
una nicchia che sormonta l'altare ligneo di gusto barocco.
Nel
1488, accanto alla chiesa, fu costruito anche un piccolo convento per
accogliere i frati francescani. Pare che, prima del loro arrivo,
Padre Bernardino Caimi avesse intenzione di realizzare in loco un
Sacro Monte ma, non trovando consensi tra la popolazione, lasciò Galbiate e si rivolse
alla comunità di Varallo Sesia dove riuscì a portare a compimento
il suo progetto.
All'Eremo
del Monte Barro, soppresso in età napoleonica, fu concesso il raro
privilegio del “Perdono d'Assisi”, cioè l'ottenimento
dell'indulgenza plenaria dal mezzogiorno del primo agosto alla
mezzanotte del 2 agosto.
Nel
corso dei secoli la mulattiera che conduceva al convento fu
regolarmente frequentata dai pellegrini ma anche dai contadini che
coltivavano le terre e i boschi circostanti. A partire dal 1889 il
sentiero fu percorso anche da cavalli e portantine che accompagnavano
i turisti al Grande Albergo del Monte Barro rimasto in funzione sino
al 1927. Negli anni immediatamente successivi la struttura fu
utilizzata come sanatorio e venne costruita la carrozzabile che lo
collegava a Galbiate.
La
mulattiera, però, continuò ad essere percorsa e transitata
soprattutto in occasioni delle processioni che, dalla Parrocchia di
Galbiate, salivano a Santa Maria di Monte Barro il lunedì
dell'Angelo.
Dopo
essere stato ampiamente ristrutturato ed ingrandito, l'edificio
dell'originario Albergo rimase per anni in uno stato di completo
abbandono. Oggi è divenuto di proprietà del Parco Monte Barro che, dopo una ristrutturazione, ne ha ricavato un Centro Visitatori con
annesso Laboratorio didattico, l'Antiquarium, un bar ristorante ed un
ostello Rosalba Franchi, luglio
2014
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