VARALLO E LA SUA FERROVIA

"Era tardi quando arrivammo a Varallo e trovammo il paese nella stessa agitazione in cui l'avevamo lasciato, anche se per motivi diversi... erano in corso i preparativi per la visita della Principessa Matilde, cugina dell'imperatore francese." Così inizia Eliza Robinson Cole la sua descrizione di Varallo durante il suo terzo viaggio attorno al Monte Rosa nel 1858.

Hotel de la Poste
L'Hotel de la Poste a destra, il ponte sul Mastallone e il Sacromonte di Varallo

"Le stanze migliori dell'Hotel de la Poste danno su un balcone che si affaccia sul fiume e tutta la balconata era adorna di festoni di carta, lanterne e lampade ad olio che illuminavano vivacemente la nostra stanza... Era impossibile per viaggiatori stanchi come me prendere parte all'entusiasmo della folla quando giunse la Principessa ed attraversò il ponte... i fucili spararono una salva di saluto e una batteria di fuochi d'artificio iniziò il suo spettacolo proprio di fonte alle nostre finestre. I festeggiamenti durarono un'intera lunghissima ora finché, terminate le scorte, il rumore finalmente cessò e noi potemmo dormire."

costumi valle
costumi valle
Costumi tradizionali delle valli alpine a Varallo durante la manifestazione Folkermesse del 2019

Varallo era una elegante città di passaggio sorta attorno all'attuale via Roma che corre parallela al fiume Sesia. Una porta delle Alpi come Domodossola, Aosta o Bolzano. Qui chi arrivava dalla pianura e da Novara poteva risalire la Valsesia fino a Riva ed Alagna e attraversare i colli verso l'alta valle d'Aosta. Si risaliva la val Mastallone per raggiungere il colle di Baranca e Pontegrande in vall'Anzasca. Superato, invece, il colle di Colma in poche ore apiedi si arrivava al lago d'Orta e al lago Maggiore. Questi itinerari, che ora hanno solo qualche interesse ecursionistico, erano vie di comunicazione con l'area Walser attorno al Monte Rosa ricco di miniere ma anche meta privilegiata dei primi ricchi turisti ed alpinisti per lo più inglesi e francesi diretti alla conquista delle Alpi.

Santuario
Crocefissione

Varallo aveva una ragione in più per essere visitata: il suo Sacro Monte, l'esempio più antico e di maggior interesse artistico tra i Sacri Monti presenti nell'area alpina lombardo - piemontese concepito da padre Bernardino Caimi nel 1481. Questo luogo ha attirato da subito fedeli, visitatori e pellegrinaggi provenienti dalla pianura e dalle valli alpine.

Nella metà del 1800 a Varallo c'erano tre alberghi, l'Hotel d'Italie costruito alla fine del 1700 su un convento delle Orsoline, l'Hotel de la Poste vicino al ponte sul Mastallone e l'albergo del Sacro Monte presente fino dagli ultimi anni del Sedicesimo secolo. Lady Cole scelse, durante due permanenze, l'Italie e la Poste trovando il secondo più modesto.

ferrovia
Il treno in discesa da Varallo con due locomotive

Negli stessi anni e forse negli stessi alberghi l'idea di progettare una ferrovia che mettesse in comunicazione la città di Novara con la Valsesia venne all'ingegner Giuseppe Antonini. Nel febbraio 1883 si inaugurò il primo tronco, tra Romagnano Sesia e Vignale ed i lavori proseguirono fino ad aprile 1886 quando fu aperto l'ultimo tratto in salita da Borgosesia a Varallo.

La storia di Varallo dopo il passaggio di turisti come Lady Cole o della Principessa Matilde o di Amedeo e di Umberto di Savoia, futuro Re d'Italia, non sembra aver lasciato segni evidenti sulla città che ha saputo rinnovarsi senza cambiare.

Ancora nel 1983 Guido Ceronetti scriveva nel suo libro "Un viaggio in Italia": All'albergo Italia di Varallo si vergognavano di darmi una stanza brutta sul cortile, invece è una delizia d'autrefois con vecchi rubinetti, vaso da notte, tavolino zoppo, armadio odoroso, cassettone...Cento anni fa avrei sentito gridare i postiglioni... C'è la sala di Conversazione e Musica al primo piano. Quasi una fiaba.

Albergo Italia
Piazza

Ora l'Italia ha rinnovato le camere, ma l'aspetto esterno è rimasto lo stesso e la sala di Conversazione e Musica c'è ancora. L'Hotel de la Poste sembra rimasto cristallizzato ai tempi delle carrozze, ma ci sono anche alberghi più recenti che però sono perfettamente mimetizzati nello stile ottocentesco che fa di questa cittadina, assieme ai suoi monumenti, un luogo da visitare e da amare.

La ferrovia da Novara purtroppo dal 2014 non fa più trasporto passeggeri e nel tratto Romagnano - Varallo è stata dismessa ed ha rischiato di cadere nell’oblio fra erbacce e rovi. Ripristinata, invece, appena un anno dopo grazie all’interesse della Fondazione FS che gestisce, per conto delle Ferrovie dello Stato, le linee di rilevanza storica, turistica e tecnica.

Treno a Romagnano
Rifornimento d'acqua alla stazione di Romagnano
carrozza
Interno di una carrozza Centoporte

L'entusiasmo dei soci dell'Associazione Museo Ferroviario Valsesiano hanno reso possibili le prime corse turistiche sperimentali in occasione di Expo. Ora il viaggio con un treno trainato da una locomotiva a vapore seduti in uno scompartimento di prima classe dai sedili rivestiti di velluto o in una carrozza "centoporte" perfettamente restaurata come era a fine ottocento è possibile una decina di giorni all'anno.

Arrivo a varallo
Deposito
Rotazione

Arrivati a Varallo, prima di addentrarsi per via Roma, la stazione ordinata e pulita accoglie i viaggiatori che possono visitare il deposito, la colonna d'acqua per rifornire i treni a vapore, la piattaforma girevole che permette alla motrice di cambiare verso di marcia e di assistere alle manovre della locomotiva con l'assistenza dei soci del Museo Ferroviario in divisa d'epoca.

Per approfondimenti: Ferrovia_Novara-Varallo


Settembre 2019 - Dario Monti