Manzoni a Morosolo


IN QUESTA VILLA
DELLA SUA COMITALE FAMIGLIA
STEFANO STAMPA
DIMORO' STUDIO' DIPINSE
E NELL'AGOSTO 1847
ACCOLSE L'AMATO PATRIGNO
ALESSANDRO MANZONI
INSONNE D'ANSIE POLITICHE,SOCIALI, RELIGIOSE
LA VIGILIA DEL 1848

A Morosolo, frazione di Casciago (Varese) questa iscrizione è apposta sul cancello di Villa Stampa, ora Villa Aletti. Il testo dell'epigrafe fu proposto da Domenico Bulferetti, insigne studioso e cultore di studi manzoniani. L'elegante villa, attorniata da un vasto parco ricco di varie specie arboree, sorge nel centro dell'abitato, poco lontano dalla chiesa parrocchiale, in posizione privilegiata su un'altura da cui si gode una vista spettacolare.

Stefano Stampa, figlio di Teresa Borri che Alessandro Manzoni sposò in seconde nozze nel 1837, aveva ricevuto la signorile dimora in eredità dal padre, il conte Stefano Decio Stampa. Il panorama che da essa si poteva godere la rese particolarmente amata da Stefano che, in questo luogo, trascorse anche lunghi periodi.

Al primo piano, nella camera più ampia della torretta sita a nord ovest, egli aveva posto il suo studio: dalle sei finestre con la vista sul Campo dei Fiori, il lago di Varese e il Monte Rosa contemplava viste e scenari sempre mutevoli e dipingeva ciò che poteva ammirare. Molti sono i suoi quadri che ritraggono il cambiamento del paesaggio nelle diverse stagioni, con particolare predilezione per le viste invernali sotto la neve che imbiancava il parco e le alture circostanti.

estate
inverno

Manzoni, che ebbe per tutta la vita un rapporto filiale con Stefano, fu ospite presso Villa Stampa nell'agosto 1847 per un breve periodo ma è possibile che fosse giunto a Morosolo anche in qualche altra occasione. Il luogo fu particolarmente apprezzato dallo scrittore che pensò di ravvisare nelle immediate vicinanze, a Casciago, il “Cassicianum” in cui risiedette Sant'Agostino.

In una lettera in francese inviata all'amico Poujolat Manzoni scrive di aver riconosciuto le caratteristiche geografiche descritte da Sant'Agostino con quelle di Casciago associabile a Cassicianum anche per l'assonanza dei toponimi.
Oltre alla collocazione su un'altura ed ai piedi di montagne abbastanza alte, particolare non trascurabile è il contenuto di un Post scriptum in cui Manzoni segnala la presenza di un torrente sovente in secca ma che poteva essere stato abbastanza ricco di acqua nella stagione in cui Sant'Agostino si trovava a Cassicianum.

Manzoni era un buon camminatore ed amava passeggiare in compagnia di amici e di Stefano che condivideva con il patrigno la stessa passione. Non è quindi escluso che insieme avessero compiuto escursioni intorno a Morosolo e che egli scrivesse all'amico francese conoscendo bene quel territorio.

cancello
Il cancello con la targa commemorativa
cortile
Il cortile principale

Teresa Borri Stampa definiva la residenza varesina “la sontuosa villa del bel Morosolo” ma in realtà è certo che l'arredamento fosse piuttosto scarso e spartano . In una sua lettera del 11 luglio 1837 indirizzata al Maspero, suo agente a Morosolo, lamentava la scarsità di letti per ospitare tutta la famiglia composta da sette persone, cinque donne e cinque domestici. Mancavano anche la biancheria e la terraglia necessarie. Teresa manifestava la volontà di fermarsi in villa otto o dieci giorni ma al tempo stesso ne riconosceva l'impossibilità.

In realtà Manzoni, invitato spesso dal figliastro, soggiornò a Morosolo certamente dal 8 al 11 agosto (o forse sino al 18) 1847. Prima dell'arrivo della famiglia, però, furono sostenute spese per arredamento, utensili ed acquisto di generi alimentari. Con Alessandro, la moglie e Stefano vi erano tre domestici e tre domestiche.
Lo scrittore usciva a passeggio due volte al giorno con Stefano percorrendo “strade e stradette, più o meno ripide o piane; ogni tanto affondate, sepolte tra due muri, donde, alzando lo sguardo, non iscoprite che un pezzo di cielo o qualche vetta di monte”.

sala ingresso
Sala di ingresso
salone
Salone

Il paesaggio, dominato dal monte Rosa e ricco di colline tanto varie e pittoresche che incorniciavano la conca lacustre, furono particolarmente apprezzate da Manzoni tanto che si sarebbe trattenuto volentieri a Morosolo per un periodo più lungo. La moglie Teresa, però, dato un abbassamento della temperatura in quei giorni e la sua salute cagionevole, preferì partire per la villa di Lesa, sul Lago Maggiore dove il clima le sembrava più mite.
Non vi sono lettere che attestino un successivo soggiorno della famiglia a Morosolo ma la tradizione locale ed alcune testimonianze orali inducono a pensare che Manzoni possa avere raggiunto Villa Stampa altre volte per incontrare Stefano.

Nella tenuta della villa si coltivava la vite e praticava la bachicoltura. Stefano controllava di persona i suoi poderi e, quando vi si tratteneva, leggeva, scriveva e dipingeva. Vi abitò anche in inverno nel 1867 e nel 1872 da aprile a tutto novembre rendendo la casa più ospitale ed accogliente con l'aggiunta di parecchi mobili.
Dopo la morte di Stefano Stampa nel 1907 la villa fu ereditata dai “Figli della Provvidenza”. Alienata passò a diverse proprietà divenendo anche ricovero di profughi e sfollati in tempo di guerra. Attualmente appartiene alla famiglia Aletti che ha provveduto al recupero ed al restauro dell'antica dimora e del .parco che la circonda.

Per approfondimenti: Giacomo C. Bascapè, Morosolo di Varese, Pubblicazioni della Società Storica Varesina, 1971

Fotografie tratte del libro: Morosolo di Varese

Dicembre 2023 Rosalba Franchi